06 Ago 2024: Per abortire lo stigma e le umiliazioni di sempre
“Con Giorgia Meloni, l’Italia ha sicuramente il primo ministro più antiabortista d’Europa” . Il titolo è dell’agenzia di stampa britannica Reuters a un articolo che ieri, in poche ore, è stato ripreso dalle maggiori testate internazionali. Anche dalla brasiliana Universo On Line.
Un’inchiesta che parte dall’esperienza di un’artista napoletana che ha parlato apertamente dello stigma che l’ha accompagnata, a marzo scorso, nel difficile percorso verso l’interruzione di gravidanza.
Racconta Linda Feki, questo il nome della musicista 33enne, di aver trovato il primo ostacolo all’ospedale San Paolo di Napoli dove il ginecologo che l’ha accolta sosteneva che la gravidanza fosse in una fase più avanzata di quanto lei affermasse in base ai calcoli degli incontri con il proprio compagno. Una successiva ecografia da un privato diede invece ragione a lei. E a una telefonata del giornalista il medico avrebbe risposto che la signora forse aveva avuto altri rapporti che non ricordava.
La donna racconta poi di essersi sottoposta all’intervento in un altro ospedale, il Cardarelli, dove nessuno le ha dato antidolorifici nonostante stesse male. E ancora che, dopo l’operazione, l’infermiera, obiettrice, si rifiutò di rispondere alle sue chiamate. Una confessione pubblica nella quale la giovane donna napoletana racconta di avere trovato strazianti i rimproveri subiti per la gravidanza sia dal chirurgo che dagli infermieri nella fase post operatoria.
Ora che nessun giudizio deve essere dato sull’esercizio di un nostro diritto appare scontato a tutti, e l’ironia del caso ha voluto che nello stesso giorno in cui Feki abortiva, la Francia sanciva l’interruzione di gravidanza come diritto costituzionale.
Una battaglia culturale quella italiana – commenta l’autorevole agenzia di stampa britannica – in un Paese dove la stessa Meloni ha dichiarato, nella sua autobiografia, di essere figlia di una madre single nata dalla decisione di non abortire. E benché abbia garantito che il suo governo non toccherà la 194 – peraltro applicata in questi 46 anni a livelli meno che minimi – ha già approvato una legge in cui consente ai gruppi pro vita di accedere, pagati dallo stato, ai consultori per imporre alle gestanti consulenze non richieste. E offrire mille euro al mese, per cinque anni, alle donne con basso reddito che decidono di andare avanti
E sempre Reuters, sempre ieri, sempre sulla Meloni riportava la giustificazione che la nostra premier ha dato a una rivista italiana per aver portato con se la figlia nel viaggio di stato in Cina. Titolo: “Ho dato l’esempio alle madri portando Ginevra in Cina”
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Cambiando argomento, ma rimanendo dalle parti di Palazzo Chigi. Più di una testata straniera riporta la novità sul granchio blu. Come titola Que Pasa, giornale americano della Nord Carolina in lingua spagnola, “L’Italia nomina un commissario per gestire l’emergenza granchio azzurro”
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Non c’è pace per i nuotatori azzurri in gara a queste olimpiadi. Tutti i giorni sui tutti i giornali del mondo.
Thomas Ceccon, per esempio, medaglia d’oro dei cento metri sopruso a dormire su una coperta in un parco di Parigi in quanto gli è stata assegnata una stanza senza condizionatore. Lo riporta il sito turco Tavkim riportando la reazione dell’atleta che ha detto: “In stanza è come dormire a mezzogiorno in spiaggia”
E poi c’è l’amara delusione, riportata dalla rete televisiva nazionale svizzera SRF, di Giorgio Misini, campione del mondo in carica di nuoto artistico con quattro ori agli ultimi mondiali.
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Più all’estero che in Italia troviamo la notizia riportata anche dalla tedesca Kreis Zeitung, sul “Ragazzo che ha scoperto un pericoloso relitto del secolo scorso su una spiaggia italiana”.
Un’emergenza mai risolta, quella degli ordigni inesplosi presenti da 80 nei nostri terreni e della quale il Ristretto Italiano di oggi fornisce le cifre.
Buon ascolto
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