2035 Italia capofila contro lo switch all’elettrico

2035 Italia capofila contro lo switch all’elettrico

Comincia qui una nuova settimana del podcast che da molti anni, ormai, racconta ogni giorno ai propri ascoltatori che cosa scrive la stampa estera di noi, di come siamo, del nostro Paese, di come è governato. I fatti che vi raccontiamo sono, inevitabilmente, quelli che già conosciamo anche se nel nostro racconto sono spesso visti da un’altra prospettiva, interpretati con occhi diversi.

Molte le testate estere che leggiamo ogni giorno anche se, ancora una volta inevitabilmente, le interpretazioni su di noi, quelle che vanno al di là dei fatti riferiti, le troviamo principalmente sulla grande stampa: il New York Times, il Washington Post, Le Monde, Le Figaro, El Pais, El Mundo, ABC, la Frankfurter Allgemeine, talvolta lo Spiegel e poi le grandi testate inglesi, patria della stampa libera, dal Guardian al Financial Times, dall’Indipendent al Times.

Ed è proprio dal Times che cominciamo. Lo storico Times che con un suo articolo certifica come la ferma opposizione italiana al 2035 come anno del passaggio all’auto solo elettrica stia diventando una situazione di portata continentale.

Il Ministro dell’Industria, Urso, ne aveva parlato apertamente al Forum di Cernobbio a metà settembre, poi ci sono stati gli incontri di Bruxelles, ed ora siamo ufficialmente noi, per tutti, il Paese che si farà portavoce dell’industria automobilistica, dei suoi problemi, dei dubbi dei cittadini europei e quindi della necessità di spostare in avanti la data sul calendario.

Il titolo del Times è “L’Italia chiede il rinvio del divieto UE alle auto benzina e diesel”. Che poi, attenzione, non è che dal 2035, secondo i piani europei ancora in vigore, nessuna auto a combustione potrà più circolare; semplicemente da quel momento non si potranno più comprare.

Tornando all’Italia e a Urso la nostra posizione è che non ci possiamo permettere questa scadenza a meno che l’Europa non riesca a produrre le proprie batterie, ad aiutare economicamente i produttori di automobili nel passaggio epocale e a introdurre nel novero delle auto autorizzate a continua a circolare anche quelle a idrogeno e biocarburanti.

Avvertendo che per l’Europa la protesta dei lavoratori del comparto automobilistico potrà avere un impatto pari o anche superiore a quello degli agricoltori, il nostro ministro ha ricordato anche il rischio concreto che intere parti del settore automotive scompaiano cancellando un grande numero di posti di lavoro.

L’Italia, scrive ancora il Times, ritiene inoltre che la transizione verde europea significherà, prima di tutto, favorire la Cina che controlla l’estrazione di minerali come il litio e ne ha enormi scorte.  E sottolinea anche, molto più prosaicamente, come gli Italiani, i cittadini, siano meno preoccupati, rispetto agli altri Europei, dei cambiamenti climatici”

Italia che si fa capofila, dunque – e questo lo aggiungiamo – per la risoluzione di un problema che in effetti è già stato mezzo risolto in quanto già da molti mesi negli uffici di Bruxelles l’ipotesi del rinvio della data è presa praticamente per una certezza”. E noi, a questo punto, potremo rivendicare un grande successo.

Riguardo il sommario delle altre notizie commentate nel podcast di oggi.

Rimanendo in tema di auto e di strade, e rimanendo a Londra, è’ l’Independent, oggi, a titolare “Autostrada 100: come gli Italiani trasformarono il viaggio su strada”. Loro, gli inglesi, arrivarono un quarto di secolo più tardi.

Terzo articolo inglese. Loro, c’è poco da dire, ci seguono davvero da vicino. Qui è il Guardian a sottolineare come l’attuale governo italiano abbia reintrodotto il mussoliniano voto in condotta. Perchè va detto il voto in condotta, che tanti di noi danno per giusto, normale e scontato, non esiste in tutti i Paesi, anzi. Sentite un po’ chi altri ce l’ha nel podcast

Cambiando argomento, nei giorni in cui il nostro attuale governo festeggia i suoi primi due anni c’è un altro giro di vite contro le navi dei migranti. Incuranti dei giudici che continuano a liberare le navi umanitarie poste sotto sequestro, come scrive Politico “L’Italia prepara una nuova stretta sugli sforzi di salvataggio dei migranti”

Ultima notizia.  E’ fin dal lontano Vietnam che un giornale quotato come Le Courrier, titola “Damiano David, cantante dei Maneskin, pubblica il suo primo album da solista”. Quando si dice la popolarità dei nostri ragazzi usciti da Sanremo…

 

Buon ascolto e a domani