27 GENNAIO. SALVIAMO LA SHOAH DALL’OBLIO.

27 GENNAIO. SALVIAMO LA SHOAH DALL’OBLIO.

In aumento nazionalismi e xenofobia nonostante gli sforzi istituzionali per non dimenticare gli orrori del ventesimo secolo.

 

ragazzini a Dachau

Ricordo nitidamente una domenica pomeriggio dei primi anni sessanta in casa coi miei genitori. Avevo dieci anni o poco più e mia madre, che stava sfogliando una rivista, si avvicinò e mi mostro alcune fotografie in bianco e nero di ragazzini pelle e ossa. Ragazzini come me. I bambini di Auschwitz, quelli destinati a passare per un camino. Non mi disse della loro sorte. Parlammo solo dell’atrocità di tenerli prigionieri, assieme alle loro famiglie, senza cibo. Il resto lo appresi più tardi. Qualche anno dopo mi venne regalato il Diario di Anna Frank, uno dei pochi libri che veramente divorai. Dall’orrore dei campi di concentramento erano trascorsi si e no vent’anni. Parlarne era doloroso e complicato. Tutto troppo recente. Come parlare oggi della guerra nella ex Jugoslavia, dell’assedio di Sarajevo o del massacro di Srebrenica. Con la differenza che quella tragedia ci toccava direttamente e che in quegli anni, più di oggi, la rimozione del dolore vinceva sul bisogno del ricordo. Dei deliri nazisti e del concepimento di una vera macchina di sterminio per un’intero popolo si cominciò a parlare apertamente sono sul finire di quel decennio.

“La vita à bella” Roberto Benigni 1998

Commozione e sbigottimento accompagnarono per molti anni le testimonianze dei sopravvissuti, uomini e donne che andavano in televisione e nelle scuole mostrando un numero tatuato sulla pelle e raccontando l’irracontabile. Letteratura e cinema produssero opere importanti, fino all’Oscar vinto da Roberto Benigni con “La vita è bella”. E nel 2000 il Parlamento Italiano, cinque anni prima delle Nazioni Unite,  votò l’istituzionedella Giornata della Memoria. Il 27 gennaio di ogni anno.

Viaggi di gruppo nei luoghi dello sterminio, documentari e saggi hanno anticipato e accompagnato, da allora in poi, ogni 27 di gennaio anche se tanto impegno, con l’obiettivo  di “non dimenticare”, sembra non avere prodotto l’effetto desiderato se non addirittura quello opposto. Com’è possibile, altrimenti, che l’opinione pubblica, senza distinzione di generazioni, sia sempre più intollerante verso l’immigrato, che otto italiani su dieci siano in un qualche sedotti dall’ “uomo forte”, che partiti e movimenti nazionalisti e xenobofi abbiano la meglio sulle formazioni politiche che sostengono il progetto e la realizzazione di un’Europa unica e per questo senza guerra. Qualcosa è andato storto. Che cosa?

 

 

Mario Avagliano storico e giornalista

Ascolta il commento dello storico Mario Avagliano autore di numerosi saggi sulla Seconda Guerra Mondiale [“Di pura razza italiana”, “Vincere Vinceremo. Gli italiani al fronte”, “Voci dal lager”, “Gli internati militari italiani”, “Il partigiano Montezemolo”]