Antifascismo. Per la stampa ungherese uguale a terrorismo

Antifascismo. Per la stampa ungherese uguale a terrorismo

Dopo le riprese delle catene per trascinarla in tribunale, la vicenda di Ilaria Salis diventa un caso europeo.  Potere delle immagini che hanno fatto rendere conto a noi, e al resto dell’Europa, in quali condizioni un cittadino europeo possa oggi essere detenuto in un carcere della stessa Unione. Per una volta non stiamo parlando di Thailandia, di India, di Turchia o di Kenia. Stiamo parlando di Budapest.

Europa intera, e qui possiamo reincludere la Gran Bretagna, che condanna senza mezzi termini un trattamento carcerario contrario a tutte le regole delle convenzioni europee, come possiamo constatare anche dall’episodio odierno di Ristretto Italiano. Podcast che oggi include anche la lettura dei media ungheresi i quali, sotto stretto controllo governativo, dallo della vicenda Salis un’interpretazione un po’ diversa.

Per cominciare leggiamo che la maestra monzese era andata a Budapest con l’unico scopo di contestare ‘una legittima manifestazione di neonazisti’. E, cosa ancor più sorprendente, leggiamo che per loro, per le redazioni ungheresi sopravvissute alle epurazioni del decennio scorso, ‘antifascismo’ è sinonimo di ‘terrorismo’. Per cui in carcere hanno, comunque, una terrorista che rischia fino a 24 anni di condanna.

Molti articoli ungheresi riprendono le accuse di una ex compagna di cella della Salis, ora agli arresti domiciliari a Milano, che descrive le condizioni di detenzione orribili parlando di sporcizia, di ratti, di botte ai detenuti per le questioni più irrilevanti. In pochi si soffermano sulle catene e Index.hu, in particolare, riporta con enfasi le dichiarazioni della amministrazione carceraria che nega tutto. Index.Hu è la piattaforma della quale si parlò in passato per l’autolicenziamento di una settantina di dipendenti causa il controllo statale sul loro lavoro.

Ultima citazione al sito ungherese EconomX che titola, sarcastico, “Enorme lo scandalo per l’italiana “incatenata” a Budapest“. Con incatenata fra virgolette, come se fosse una fantasia di chi si indigna.

Tornando all’Europa ecco i titoli di alcune importanti testate dell’Unione.

Euractiv per cominciare. Titolo: “Le immagini dell’insegnante di italiano incatenata nel tribunale di Budapest scatenano il dibattito in Italia

De Standard, dal Belgio: “Donna italiana incatenata davanti al tribunale ungherese: Hanno esagerato

E di Ilaria Salis scrivono tutte le maggiori testate londinesi a cominciare dal Financial Times che titola “La Meloni si appella direttamente a Orba per l’incatenamento dell’attivista italiana in Ungheria

Ancora BBC: “Una donna incatenata in tribunale in Ungheria scatena la rabbia dell’Italia

Argomento chiuso, per oggi. I contenuti degli articoli citati qui sopra, oltre a leggerli tramite i link, li potete ascoltare della puntata del podcast. Il player è a fondo pagina.

Per quanto riguarda le altre notizie Der Spiegel, dalla Germania, scrive dell’esito di processo per il bambino travolto da un SUV, lo scorso anno, a Casalpalocco, periferia di Roma. Titolo: “Bambino muore dopo un incidente in Italia – YouTube condannato al carcere”.

Ancora orsi. Sempre dalla Germania, Merkur: “Incidente pericoloso in Italia: orso insegue una coppia nel bosco”.

Relax in chiusura. El Confidencial, dalla Spagna, dedica un simpatico servizio a un’altra nostra consuetudine che la dice lunga sul saper vivere italiano. Titolo: “La passeggiata: una tradizione italiana sconosciuta che sorprende gli stranieri”.

Ristretto Italiano torna domani. Buon ascolto.