25 Lug BUFALE: IL LUNGO VIAGGIO DEL FURGONE RUBABAMBINI
Approda ai Lidi Ferraresi la bufala del furgone che, con un pretesto, avvicinerebbe i bambini per poi rapirli. Una leggenda metropolitana che viene da lontano.
Genitori e nonni ne parlano sotto gli ombrelloni e mettono in guardia i bambini: non date confidenza a nessuno, se una macchina vi accosta per chiedervi un’informazione scappate e avvertiteci, vogliono rapirvi.
“Una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall’arco scocca vola veloce di bocca in bocca” cantava Fabrizio De André e, in effetti, mentre sonnecchio sotto l’ombrellone sento un amico passare l’informazione al mio nipotino. Con circospezione poi lo interrogo ma Valentino è sgamato, oltre che un duro: “ma quelle sono frottole!”. Ed è vero.
La leggenda metropolitana del furgone rubabambini viene da molto lontano. Nasce in America e da molti anni attraversa in lungo e in largo la Penisola. Il furgone, che qui ai Lidi Comacchiesi oggi è azzurro, è stato bianco e anche rosso, avvistato in Campania e in Sardegna otto-dieci anni fa. A bordo un uomo, altre volte due, una volta alto e magro con una vistosa collana d’oro, in altre occasioni vestito da clown fuori dalle scuole. A Zerbo, in provincia di Pavia, sul finire del 2016, si travestì da Mercedes bianco con tanto di targa e la notizia ebbe tanto clamore al punto che il sindaco avvertì la popolazione intimando, in caso di avvistamento, di chiamare le forze dell’ordine.
Inutile dire che nessuno, in tutti questi anni, ha denunciato la scomparsa di alcun bambino. Inutile far notare che, se fosse vero, quotidiani, telegiornali e anche la D’Urso non parlerebbero d’altro per giorni e giorni. Tutto inutile in quest’epoca di fake globale in cui alla ragione si preferisce l’inverosimile.
Per spaventare i bambini un tempo c’erano lupi e uomini neri appostati nelle foreste. Abbattuto il verde per costruirci le autostrade è inevitabile che oggi il mostro sia a quattroruote.
Allarme ai Lidi: “Un furgone rapisce bambini”, ma all’Arma nessuna segnalazione