Caro caffè. Sarà la volta che abbandoneremo il rito del bar?

Caro caffè. Sarà la volta che abbandoneremo il rito del bar?

Oggi si parla di caffè, e l’articolo del Financial Times che ci offre lo spunto è: “L’impennata dei prezzi del caffè ha reso gli italiani spaventati e in preda al panico”. Addirittura impanicati. Quando si tratta di acchiappare un paio di click nemmeno l’austero Financial Times si sottrae…

Ad ogni modo il nostro terrore sarebbe provocato dal fatto che il prezzo della tazzina al bar starebbe ancora una volta per aumentare. Anche del 65 per cento.

Abituati da tempo a dosi ultraconvenienti – scrivono di noi – con prezzi che un tempo erano addirittura regolamentati dal Stato, gli italiani potrebbero arrivare a disertare in massa i bar.

Che poi per dare dell’ultraconveniente al prezzo della nostra tazzina è azzardato anche se sei a Londra. Intanto perché il raffronto andrebbe fatto tra espresso e espresso e non coi beveroni che fanno loro, e poi perché quasi ovunque all’estero il caffè non usa servirlo al banco ma richiede il servizio al tavolo. Al massimo il raffronto facciamolo coi beveroni da passeggio…

Torniamo comunque all’articolo che racconta di come questi bassi prezzi ci abbiano trasformati tutti in caffeinomani che consumiamo sei miliardi di caffè l’anno negli esercizi pubblici generando un fatturato di circa sette miliardi. E ora, con la crisi climatica che ha interrotto il flusso delle forniture globali di caffè, potremmo presto trovarci a pagare due euro la tazzina. Perché altrimenti i baristi non ci stanno più coi guadagni.

Già con la crisi energetica del 2022 i prezzi erano saliti di un 15 per cento portando a un lento abbandono della tradizione della colazione al bar. E se aggiungiamo che ai tempi del lockdown molti italiani acquistarono la macchinetta per farlo a casa, l’espresso, a maggior ragione potremmo esserci spinti ora. Anche perché all’aumento della colazione al bar non corrispondono aumenti salariali.

Ora i titoli delle altre notizie commentate nel podcast di oggi.

Rimaniamo a Londra. Abbiamo parlato parecchio, la settimana scorsa, del viaggio romano del nuovo premier inglese, Starmer, per prendere lezioni dalla Meloni su come si possono affrontare i problemi legati all’accoglienza lasciando i richiedenti asilo fuori dai confini nazionali. In Albania.

E oggi il Guardian incarica l’opinionista Lea Ypi di origine albanese, di scrivere un articolo dal titolo “Il patto migratorio tra Italia e Albania non ha senso. Quindi qual’è il vero motivo per cui Starmer sta mostrando interesse?”

Un nuovo giallo cresce, con il passare dei giorni, attorno all’affondamento, vicino a Palermo, dello yacht del miliardario britannico Mike Lynch. Come titola il sito turco Arti Gerek ci sono “Novità sull’incidente in cui morì il famoso miliardario: tra i rottami ci sono casseforti impermeabili e dischi rigidi crittografati”

Un po’ di gossip per chiudere: voi conoscete la ragione per cui il presidente della regione friuli Venezia giulia, Massimiliano Fedriga, porta ai polsi  tanti bracciali di perline, come usava tra i break di un tempo, anche nei massimi momenti istituzionali?

La risposta sul sito turco di Istanbul Patronlar Dünyasi “Il segreto dei gioielli al polso del presidente Fedriga”. —

Infine. Non ne parleremmo se la notizia non fosse stata ripresa dalla più che autorevole Franfurter Zeitung: “Mel Gibson si fa un selfie con la Meloni”

Ascoltate un po’…  A domani