10 Dic CARPI. LA PRIMAVERA E’ FINITA.
Rimesso in piedi dopo il terremoto nei tempi stabiliti, il centro storico Carpi è oggi pieno di vita. Dai baretti di piazza Garibaldi, al moltiplicarsi di manifestazioni in piazza Martiri, il cuore della città ha ricominciato a battere. Ma…
Per lungo tempo ritornare nella città dove ho vissuto i miei primi quarant’anni non fu per me una festa. Soffrivo nel vedere la grande piazza sempre più grigia e deserta. Mi rattristavano i negozi di Corso Alberto Pio con le insegne che sbiadivano, in mano alle stesse famiglie di commercianti che le gestivano da troppi anni senza più entusiasmo. Mi specchiavo negli edifici e nei luoghi che invecchiavano assieme a me e a quelli della mia generazione. Una sofferenza anche fisica. Da freddo nelle ossa.
Fino all’estate del 2017, quando, tornando dopo oltre un anno in una caldissima giornata di metà agosto, mi ritrovai a passeggiare in un centro con nuove vetrine, circondato dai cantieri, con la gente fuori dai bar. E il mio recente soggiorno di un mese e passa mi ha confermato che è tutto vero. Come tante altre città di medie dimensioni Carpi è nuovamente un luogo “sociale”. Non solo cultura, con la tradizione dei festival della filosofia e del racconto, ma posto di mercatini, iniziative per ragazzi, notti bianche e rosa a ravvivare e riempire la nostra grande piazza, sempre troppo grande.
E qui cominciano i dolori. Dove c’è business c’è malaffare, pensa quello che la sa lunga. E qualcuno che se fa rode er chiccherone lo trovi anche nel cuore dell’Emilia. Con quali criteri la tale manifestazione è stata assegnato a Tizio e non a Caio? E in base a quali valutazioni il tal ambulante ha il truck-food in posizione migliore rispetto a quell’altro? Va da sè che lo sgamato non la beve. Che abbia riscontri reali ai suoi sospetti poco importa. Intanto compulsa insinuazioni e accuse sui social, qualcuno in Procura dovrà pur vedere. E alla fine i Carabinieri arrivano per davvero.
Ad oggi, in questo clima di vigilia elettorale, non è ancora possibile prevedere che cosa accadrà politicamente, se ci saranno dimissioni, rimpasti, interim. Presto anche per capire se ci saranno rinvii a giudizio o un non luogo a procedere. L’una o l’altra cosa arriveranno tuttavia a elezioni avvenute. E poco consoleranno le eventuali riabilitazioni tardive. Quella di oggi a Carpi non è solo una battaglia contro l’assessore alle attività produttive e alla cultura. E’ l’inizio di una guerra che porrà fine alla Primavera di Carpi. Frutto di questa stagione di odio e rancore.