Claudio Lopez. La vita magica e solitaria dell’uomo che disegnava i tessuti.

Claudio Lopez. La vita magica e solitaria dell’uomo che disegnava i tessuti.

Claudio Lopez, artista e disegnatore eclettico, una vita trascorsa nel mondo della moda. Dopo la pensione ha deciso di mettersi alle spalle ogni cosa e vivere da solo nella meravigliosa campagna a nord di Roma. In questi giorni è visitabile una sua personale a Amelia, in Umbria.

D. – Claudio, dopo Rieti, dove sei nato, Milano e Roma ti sei ritirato a Bassano in Teverina, come dici tu, “uno splendido isolamento”. Com’è la vita, com’è la giornata di un artista che si apparta dal mondo?
R. – E’ giusto che si sappia che le mie origini sono arabo-ispanico-sicule, ciò fa sì che il mio temperamento sia passionale, posso essere una persona comunicativa ma anche un solitario e ritirarmi in me come un riccio.
La mia è una vita movimentata, di eventi e sentimenti, sempre innamorato e alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Sposato, divorziato, con un figlio di cui sono fiero ed uno splendido nipote, purtroppo entrambi lontani; li amo entrambi profondamente, mi mancano e spesso li ritraggo per renderli presenti nella mia vita. L’Artista è sempre partecipe dei sentimenti, delle emozioni e degli eventi della collettività, anche quando decide di vivere da solo.
Il mio vivere quotidiano è modulato su ritmi personali, introspezione, attività professionale, sperimentazione; la dimensione sociale che viene oggi richiesta alle persone non può appartenere all’artista. Ho un’affinità sentimentale con un artista digitale, vive all’estero, lontano, che desidero possa raggiungermi presto per trascorrere il tempo insieme tra Arte e affetto.
Vivo da vent’anni in questo luogo capace di creare una grande magia. L’affaccio dallo studio sulla valle è la mia dimensione vitale, il tempo è scandito dalla fioritura del mandorlo, dell’acanto e del giardino, e questo mi basta. La vita in paese per come si svolge, tipica delle piccole realtà provinciali, non mi manca. Ho gli amici del cuore, pochi e preziosi, con i quali ci si scambia il vivere tra parole dolci e aspre ma sincere e soprattutto oneste.  E poi c’è qualche gatto libero che viene  a farmi visita quando ne ha voglia.
D. – Solo ma con un collegamento Internet. Solo ma con una finestra sui social, e vedo che su Facebook hai una bella pagina nella quale esponi le tue opere e comunichi col mondo…
R. – Ho preso coscienza di questo buon uso di internet da quando, con la mia prima pensione, ho investito tutto sulla mia creatività, dipingendo, e desiderando spassionatamente di farmi conoscere;  feci stampare per la prima volta un foulard in concomitanza di una mostra su Frida Kahlo.
Da ex disegnatore tessile ero ambizioso e cosciente della mia capacità e creatività, doti poco riconosciute nel settore, e volevo una cosa mia, volevo che il nome potesse uscire. Non mi interessava essere un marchio, semplicemente desideravo che la mia opera come sulla carta, fosse firmata anche sul tessuto, un piccolo ricordo di me, della mia esistenza su questo pianeta.
Successivamente realizzai ‘Libro d’Artista’ e nel 2017 presentai ‘Etnico’ alla prima edizione del Meneghetti International Art Prize con la soddisfazione di essere tra i finalisti per la moda. Proseguii facendo stampare Etnico come foulard e ora sto facendo stampare alcuni dei miei acquerelli su T-shirt.
D – Qual era il tuo specifico nel mondo della moda? Con e per chi hai lavorato?
R. – Sono stato Disegnatore Tessile, disegnavo le fantasie dei tessuti, un ruolo purtroppo poco riconosciuto. È considerato un ruolo impiegatizio, senza alcun riconoscimento della specifica manualità, del disegno e dell’impostazione della fantasia.
Ho collaborato con l’Alta Moda, tra cui il grande Pino Lancetti,  allo studio Faro Disegni di Charlie Farkas e per il creativo Rocco Barocco. Ero disegnatore indipendente con uno studio mio Frontier Design.
D – C’è qualche artista cui ti sei ispirato? Che consideri un maestro?
R. – La vita la curiosità e la sperimentazione ci sono maestre, la passione ci spinge allo studio e all’applicazione, e ci sono moltissimi artisti che mi ispirano, dall’espressionismo, con le  pennellate forti, poi Bacon e per l’impressionismo le delicate e luminose opere di Sorolla
D – Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
R – Non ho una preferenza, sono un figlio dei fiori libero e creativo; dipingere è tecnica, competenza, sperimentazione, amore, gioco, eros. Passo da un soggetto a un altro, amo  le espressioni e dipingo ritratti, amo la natura e dipingo fiori e paesaggi, amo gli astratti e sporco la tela con macchie o schizzi di colore. Cerco ogni volta di esprimere pensieri e concetti che vagano nella mente. Poi ci sono anche sperimentazioni materiche, opere che appartengono al decorativo e opere che sono messaggi sociali per la pace e l’ambiente.
D – In questi giorni, e fino al 15 giugno, le tue opere sono esposte alla Galleria Russo di Amelia. Qual è il tuo pubblico? Quali sono le opere davanti alle quali i visitatori si soffermano più volentieri e che, magari, acquistano?
R – La mostra è iniziata da poco, il gusto delle persone è vario e si esprime  chi sui fiori, chi sui ritratti, chi sugli astratti, chi sui disegni che manifestano un sogno, di spirito surrealista, e chi sul decorativo.
Desidero ringraziare le persone che mi hanno sostenuto nel corso della vita, che hanno creduto in me e nelle mie capacità, e per questa mostra le amiche Loredana Retta, Marisa Rubini, Aki Echevarria e il Caffè Galleria Russo.
La pagina Facebook di Claudio Lopez