Diabete. Creato al S.Anna di Pisa il robottino da mandar giù.

Diabete. Creato al S.Anna di Pisa il robottino da mandar giù.

Utilizzato per il diabete di tipo 1, il nuovo impianto robotizzato solleverà  il malato dalla schiavitù delle iniezioni o dell’infusore in cintura.

 

Forza Magnetica

Qui non si tratta della leggenda dei chip magnetici che qualche ‘potere forte’ ci inietta di nascosto per controllarci. Qui parliamo di un minirobot magnetico, grande quanto un’arancia che, impiantato chirurgicamente nell’intestino, provvederà alla somministrazione dell’insulina.

Progettato con un finanziamento di circa 1,3 milioni di euro della Regione Toscana, il Robo-Implant è destinato ai pazienti cronici che devono assumere farmaci senza interruzione; diabetici, ma anche ipotiroidei o soggetti affetti da dolore cronico potranno riguadagnare autonomia.

 

Si comincia coi diabetici

Per il diabete in particolare, malattia la cui diagnosi negli ultimi vent’anni è aumentata del 60%, l’impianto potrà concretamente migliorare la qualità della vita di milioni di persone. Secondo stime del 2020, in Italia i diabetici sono circa 4 milioni; tra loro l’otto per cento di tipo 1, quello autoimmune.

 

Come funziona

 

Il device messo a punto alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, già testato sui maiali, è stato annunciato mercoledì scorso. Esso si compone di una parte, grande quanto un telefonino, da impiantare chirurgicamente nell’addome e di una capsula magnetica da deglutire. Sarà una Docking Station all’interno del corpo umano, come ha spiegato Arianna Menciassi, responsabile del team, che svolge in autonomia la somministrazione dell’insulina.

Adiacente all’intestino tenue, il dispositivo eroga, secondo programmazione, l’insulina che entra nell’intestino attraverso un piccolo ago retrattile. E quando il serbatoio è  ‘in riserva’ il malato ingoia la capsula del rifornimento. Proprio come una pillola, la capsula entra nel tubo digerente fino a arrivare in prossimità dell’impianto il quale, utilizzando campi magnetici, la attirerà a se, la ruoterà e la aggancerà in modo corretto. Una volta ‘fatto il pieno’ di insulina la compressa verrà liberata e espulsa. Il tutto è controllato, in modalità wireless, da un telecomando o da un’app sullo smartphone; anche la batteria si ricarica wireless dall’esterno.

Secondo Science Robotics, che pubblica i dati, il test su tre suini diabetici ha superato con successo la prova. Ora, dopo ulteriori perfezionamenti, si attende la prima applicazione sull’uomo.

 

L’Istituto di Biorobotica di Pisa

https://www.santannapisa.it/it/istituto/biorobotica/biorobotics-institute

 

L’articolo su Spectrum IEEE

https://spectrum.ieee.org/implantable-medical-devices