IL DITO E LA LUNA

IL DITO E LA LUNA

“L’emergenza siete voi giornalisti”, “… l’ho sempre detto che sei un comunista…”, “…fuori dalla Rai ma sempre asservito al potere…” queste solo tre delle aggressioni verbali collezionate dopo avere pubblicato su Facebook una constatazione sorta spontanea all’invocazione da parte di Beppe Grillo dei tribunali popolari per la verifica delle notizie pubblicate dai giornali:”L’emergenza non è Grillo. Sono gli italiani sedotti dai suoi metodi fascisti.” Poco importa se i like e le condivisioni superano abbondantemente le ingiurie, queste reazioni sono la cartina di tornasole dello stato di insofferenza creato, giorno dopo giorno, da anni di crisi non risolta, a cominciare da quella dei valori. Crisi che l’italiano, con ragione, attribuisce alla politica ma che trascura di considerare dal punto di vista individuale. La classe politica è lo specchio della società che la elegge in un sistema ancora democratico ma r4aramente consideriamo di metterci in gioco personalmente, candidarci a una carica, anche di base, dedicare il nostro tempo libero alla causa comune. Nemmeno quando, senza lavoro, il nostro tempo è totalmente libero. A differenza di quanto fecero irlandesi, greci, spagnoli nei loro momenti più bui non scendiamo nemmeno in piazza. Preferiamo rimanere alle nostre postazioni internet, leoni da tastiera. Preferiamo credere alla “post verità”, la bufala virale, e anziché  con la classe politica prendercela col dito che ce la indica, la stampa che la racconta nella sua quotidianità.