ELEZIONI. LA CAMPAGNA DEI PROFILI FAKE.

ELEZIONI. LA CAMPAGNA DEI PROFILI FAKE.

Carpi come Brexit e Trump. Per la campagna elettorale era pronta l’invasione dei profili fake. Facebook, Twitter e Instagram il terreno di scontro.

Accadde con Brexit e Usa2016 e poi, a seguire, con tutte le altre principali campagne elettorali internazionali: milioni di profili falsi, creati in poche centrali della disinformazione, in pista per rubare la scena a coloro che dovrebbero essere i protagonisti istituzionali del dibattito elettorale.

Con la sua fabbrica dei troll di San Pietroburgo la Russia è, secondo l’Unione Europea, il primo produttore al mondo di fake news. Molteplici inchieste giornalistiche sono riuscite a dimostrare come, in un vero e proprio palazzo della disinformazione, decine e decine di redattori lavorino h24 per inquinare il dibattito politico nelle singole realtà che si accingono a un voto democratico. Un gruppo ristretto di operatori decide chi debba essere il personaggio da infangare, altri redattori preparano le finte notizie che lo riguardano – tutti ricordiamo, per esempio, l’accanimento contro Laura Boldrini – dopodiché un terzo gruppo di addetti, attraverso centinaia di falsi profili, inonda i social.

Non solo Russia, però. Ogni realtà minore, nel suo piccolo, ha i suoi i laboratori artigianali del troll. A nessun oppositore del M5S sfugge che ad ogni post critico arriva una pioggia di insulti da personaggi mai avuti in nota. Si tratta di profili per lo più finti riconducibili a poche persone. Vittima del giorno è sicuramente Enrico Mentana attaccato per aver sottolineato le incongruenze dell’arresto dei coniugi Renzi. E, sebbene con modalità leggermente diverse, anche il dissenso verso la Lega viene bastonato dagli squadristi del web.

Fino alla piccola e industriosa Carpi dove il sindaco uscente, Alberto Bellelli, e uno dei suoi assessori, Simone Tosi, mai avrebbero immaginato che una squadretta di piccoli fake di provincia si stessa allenando contro di loro. Secondo gli inquirenti, come a San Pietroburgo, un dossier dal quale estrarre articoli bufala contro di loro era pronto da mesi. E, mentre si cercano i mandanti, già sarebbero noti i contenuti.

“Bellelli acquista immobili per i genitori e per la moglie a prezzi agevolati in cambio di favori pubblici”, “Tosi fa disboscare un ampio terreno per consegnarlo a un amico costruttore”: avuto l’input il gioco è semplice. Prima si costruiscono falsi articoli giornalistici sotto testate dal nome evocativo che trae in inganno, poi entrano in campo i fake. I finti profili cominciano a commentare il finto giornale chiosando coi “Vergogna!”, “Condividi se sei indignato” di rito e poi, una volta accesa la miccia il gioco è fatto. L’immenso popolo dei creduloni, in buona fede, comincia a condividere e smentire diventa praticamente impossibile: più chiarisci che non è vero e più contribuisci tu stesso a rendere virale la bufala.

In Gran Bretagna ha vinto la Brexit con tutto ciò che ha comportato e in America Trump è diventato presidente. In Italia le balle su Renzi, Boschi e giglio magico hanno fatto la loro. Mi auguro che proprio da Carpi, dopo il tempestivo intervento della magistratura che ha smascherato il dossier già pronto contro la giunta uscente, parta il riscatto della verità.