09 Feb Foibe. Sul ricordo un tifo da stadio
Per gli Italiani il modo di ricordare la tragedia delle foibe è diventato materia di un tipo da stadio. Lo scrive, in coincidenza con la Giornata del Ricordo, 10 febbraio, la rivista newyorchese Barron’s, settimanale del Wall Street Journal. Titolo del servizio: “In Italia i massacri della Seconda Guerra Mondiale diventano una partita di calcio politica”
Spiega l’articolo che quello di oggi è il giorno in cui per la ventesima volta l’Italia ricorda istituzionalmente le vittime italiane da parte dei partigiani jugoslavi. Migliaia di militari e impiegati pubblici che avevano servito in quella che precedentemente era stata la zona occupata dall’Italia fascista e i cui corpi vennero gettati nelle grotte carsiche, le foibe, appunto.
Un’occasione, il 10 febbraio, per rendere omaggio alla memoria di coloro che sono morti per causa dei comunisti, scrive Barron’s riprendendo le parole di Ignazio La Russa precisando che si tratta di un’opinione non da tutti condivisa su quelli che furono, in realtà, due cicli di omicidi in serie seguiti dalla fuga in massa degli Italiani da quella che divenne la Jugoslavia (oggi Slovenia e Croazia).
Il primo massacro avvenne nel 1943, dopo che l’Italia, alleata della Germania nazista, firmò l’armistizio con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Ce ne fu un altro, dopo la fine della guerra, nel 1945, che parve piuttosto un regolamento di conti tra le forze jugoslave che si presero il territorio e quelli che combatterono al fianco dei nazisti. E – è sempre Barron’s che scrive – mentre la narrazione prevalente in Italia è che gli italiani fossero tutti vittime innocenti, molti storici sottolinea come il regime fascista avesse a lungo compiuto abusi sulle minoranze della regione.
Perché i diversi punti di vista, allora? Perché il tifo da stadio? I nostalgici italiani hanno sempre sfruttato questa storia per presentarsi come vittime della seconda Guerra Mondiale – spiega ancora Barron’s – quando in realtà i fascisti italiani contribuirono a fare scoppiare la guerra”. Da una parte chi ricorda i fatti storici reali viene considerato come negatore delle foibe mentre in altri dibattiti le foibe vengono messe sullo stesso piano dell’Olocausto. Nel 2019 la Slovenia ha accusato Roma di revisionismo storico senza precedenti dopo che Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, aveva paragonato i bambini morti nelle foibe a quelli morti ad Auschwitz.
Foibe anche su Balkan Transitional Justice che il suo pezzo lo dedica a “Come il governo italiano controlla l’insegnamento dei massacri della seconda guerra mondiale” E’ la storia di una recente circolare ministeriale mai resa pubblica.
Numerosi altri gli articoli esteri che oggi parlando dell’Italia e degli Italiani. Citiamo, piuttosto demoralizzante, l’articolo di Ouest France, ma pubblicato da diversi altri giornali francesi: “Il 16 per cento degli italiani ritiene che sia giustificato fare il verso della scimmia e pronunciare insulti razzisti allo stadio”
Dal New York Times un articolo dedicato al “Frate che divenne il punto di riferimento Vaticano e Italiano per l’intelligenza artificiale”
Ripresa, da Le Figaro, poi, la notizia curiosa, oltre che criminale, di quel pakistano che ha cercato di bluffare all’esame teorico di guida.
“In Italia il candidato alla patente bara e finisce in ospedale”.
Turismo a chiudere con CNN ci comunica che i gioielli dell’Amalfitana avranno un proprio aeroporto e, dalla rivista francese di escursionismo FF Randonnée “Italia, grande budget stanziato per i sentieri della via Francigena”.
Non resta che ascoltare l’episodio di Ristretto Italiano