01 Ago I governi tecnici spiegati ai francesi
“Che cosa possono insegnarci le quattro esperienze di governo tecnico in Italia”? Se lo chiede la redazione parigina di Le Figaro considerata l’attuale situazione francese con un Parlamento, uscito dal voto di un mese fa, dove nessun partito politico ha la maggioranza per governare.
Spiega, l’autorevole testata d’oltralpe, in un articolo scritto dal politologo italiano Stefano Pilotto, che la nozione di “governo tecnico” si riferisce a una situazione politica di emergenza nel quadro di un’amministrazione democratica e repubblicana. Serve quando all’interno del potere legislativo non c’è più una maggioranza; serve come alternativa a un ricorso a nuove elezioni che oltretutto, nel caso francese, sono escluse per un anno dall’ultimo voto.
L’Italia di governi tecnici ne ha avuti quattro a partire dalla nascita della Repubblica nel 1946. E il primo fu quello di Carlo Azeglio Ciampi nel 1993 quando la maggioranza parlamentare barcollò sotto il peso delle inchieste per corruzione. Per aspettare che le acque si calmassero prima di nuove elezioni il presidente Scalfaro inaugurò questa strada fino a allora inedita scommettendo su un uomo inattaccabile come, appunto, Ciampi. Nel governo entrarono autorità tecniche di altissimo livello oltre a politici che erano stati risparmiati dalle inchieste come Mancino, Jervolino, Andreatta, Spini. L’obiettivo di quel governo tecnico, e di tutti quelli che lo seguirono, fu quello di gestire adeguatamente la pubblica amministrazione fino a che non fosse possibile tornare al voto.
Si votò nel 1994 con la prima vittoria di Berlusconi, ma già un anno dopo, per la lite con l’alleato Bossi, il famoso ribaltone, ci fu da chiamare un altro tecnico. E quella volta toccò a Lamberto Dini.
Nuovo voto nel 1996. Prodi e Berlusconi si diedero il cambio per un paio di volte, fino alla crisi del 2011 quando toccò a Mario Monti e alle sue riforme più che impopolari. E poi, e questa è storia ancora molto recente, Mario Draghi quando Conte fu spedito a casa nel post pandemia.
In conclusione, quindi, per le Figaro, l’esperienza politica italiana dimostra che i governi tecnici rappresentano un utile palliativo nel periodo in cui lo stato di emergenza consiglia di ricorrere ad esperti di chiara fama. Ma nessun governo tecnico può mai durare troppo a lungo per non intaccare la legittimità politica e democratica di una repubblica avanzata.
Via dalla politica. Si scrive molto oggi, anche fuori d’Italia, del grosso incendio di Roma. Dalla Francia Sud Ouest titola “Italia, evacuata la sede del servizio pubblico televisivo RAI a Roma, sotto la minaccia di un incendio in collina”
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Turismo. “In Italia infuria il turismo prepotente”. Lo scrive Merkur, dalla Germania, riferendo di come il miliardario americano del fast food abbia occupato una delle spiagge più esclusive della Sardegna per una festa di lusso.
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Il podcast di oggi si conclude con un apericena offerto dal Washington Post : “In Italia gli snack gratuiti al bar sono uno stile di vita”.
Buon ascolto, buon divertimento a appuntamento a lunedì prossimo