
12 Apr Il risiko dell’informazione italiana
La Meloni vuole tutto il potere mediatico, non lo dico io, lo dice El Pais.
L’autorevole testata spagnola dedica un articolo alla progressiva a acquisizione degli organi di informazione italiani da parte delle forze al governo.
Prima l’occupazione totale della RAI. Nel senso che se un tempo le tre reti erano suddivise tra forze governative e opposizione, oggi tutte le testate, che non sono più solo tre come ai tempi della DC,del PSI e del PCI, ma almeno sei o sette sono dirette da un uomo o da una donna vicini al potere.
Come se questo non bastasse – racconta ancora Daniel Verdù ai lettori del Pais – il controllo sulle reti Mediaset anche se non diretto è garantito. I Berlusconi restano i Berlusconi. E, non paghi di tutto ciò, adesso i Fratelli che governano l’Italia si prendono la seconda agenzia di stampa italiana, l’AGI, attraverso il potente deputato leghista Antonio Angelucci. Quindi se pluralismo c’è – potremmo dire con una battuta amara – è tra i tre partiti della coalizione al governo.
L’articolo – dopo questa premessa – è comunque centrato sulla vicenda AGI che non è di poco conto. Un’agenzia di stampa, infatti, non è un giornale di opinione ma una fonte primaria di notizie e non a caso l’AGI, che è la più importante dopo l’ANSA, è di proprietà dell’ENI, la società energetica controllata dallo Stato con una partecipazione del 35 per cento. E non c’è bisogno di spiegare che cosa significhi per la democrazia e la libertà di informazione se una fonte primaria di notizie possa sotto il controllo di un potente leghista. Potente leghista, Angelucci, che già possiede tre quotidiani come Il Tempo, Libero e il Giornale, che è uno dei principali imprenditori sanitari, che è il deputato più ricco di Montecitorio e è oggi alla quarta legislatura. Le prime tre le fece con Forza Italia e poi, annusata l’aria passò con Salvini e ora sta avvicinandosi alla Meloni.
Per noi c’è poco da aggiungere. Chi ha a cuore l’obiettività dell’informazione ha ormai pochi canali a disposizione fuori dal controllo della narrazione unica governativa: qualche quotidiano e la7. Al lettore spagnolo El Pais spiega infine che, per come funzionano le cose in Italia, l’acquisizione di un’agenzia di stampa non è come quella di un giornale. A differenza dei quotidiani il lavoro dell’agenzia non si vende in edicola, non ha un mercato; un’agenzia deve essere o sovvenzionata dal pubblico o essere direttamente di proprietà pubblica e per questo il suo acquisto diventa un grande business, non solo economico ma soprattutto politico.
Ora il sommario delle altre notizia presenti in questo Ristretto Italiano, e i link ai giornali esteri che le riferiscono.
Con Meloni abbiamo cominciato e Meloni sia anche per il prossimo articolo che parla di noi. In questo caso è la londinese Reuters – a proposito di agenzie di stampa – che titola “La genitorialità surrogata è ‘inumana’, dice l’Italiana Meloni”.
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“L’Italia segue l’esempio del Nord Europa e prepara il suo esercito alla guerra”. Titolo non proprio rasserenante dello spagnolo ABC riguardanti le affermazioni fatte dal nostro capo di stato maggiore della difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, parlando in Parlamento.
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Numerosissimi giornali francesi scrivono in questi giorni della giovane francese uccisa in Val d’Aosta dal compagno che lei, peraltro, aveva già denunciato per violenza domestica e col quale aveva comunque rifatto uno dei viaggi che erano soliti di fare al di qua del confine francese. Venivano da Lione, non molto distante
Tutti concordi nell’affermare che si tratta di uno classico femminicidio all’italiana. Che tanto classico, comunque, non è, se vogliamo dar credito al canale inglese GBN News che titola “Donna vestita da vampiro trovata morta in una chiesta italiana dopo essere andata a caccia di fantasmi”.
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Alleggeriamo, ora. visto che è anche sabato. Ecco allora Infobae, da Buenos Aires, che parla del “Ristorante in Italia con un unico chef e un unico tavolo” .
Buon ascolto a tutti e buona primavera. Arrisentirci a lunedì.