In morte delle discoteche

In morte delle discoteche

Le discoteche italiane sono ferme agli anni novanta”. Il titolo citato è dell’olandese Her Parool e è riferito a un articolo nel quale si spiega come in Italia le discoteche stiano poco alla volta scomparendo, e degli oltre settemila palazzi da ballo che esistevano negli anni novanta ne sono rimasti solo la metà. Il resto è fatiscente, abbandonato o trasformato in supermercato.

Erano locali da favola delle capitali del divertimenti, come Rimini, Riccione, Milano, Roma, Torino. Ma è un tempo che sembra essere finito e questo – scrive il quotidiano olandese – è solo in parte dovuto al crollo della natalità in Italia. C’è chi sottolinea, infatti, che contro il milione e oltre di italiani nati nel 1965 (quelli che frequentavano le discoteche fra gli ottanta e i novanta) i nati del 2006 (quelli che sarebbero il pubblico di oggi) furono 550mila.

Tornando alle discoteche la tesi dell’articolo è che si tratta di locali che non si sono saputi rinnovare, a cominciare da Rimini e Riccione dove quelli comunque rimasti sono gli stessi di trent’anni fa; non hanno saputo stare al passo con la tecnologia comune nel resto dell’Europa.

Prendiamo la Baia Imperiale di Riccone, celeberrima per lo stile dell’arredamento che ricordava l’antica Roma. Esiste dal 1985, fu ingigantita nel 1992 diventando la prima discoteca d’Europa, poi il locale fu chiuso, riaperto, ma quello che c’è oggi è poco più di un ritrovo per turisti.

Che poi, conclude l’articolo olandese, non è che oggi la gente non balli più. Oggi però si preferisce andare nei bar, nei pub, nei club con musica dal vivo o, quando capita, nei rave organizzati in capannoni remoti.

 

 

Rimanendo in clima semifestivo, “E’ ancora sicuro andare a Napoli”, anche sono per un weekend?

Se lo chiede un articolo di Euronews dopo che il ministero degli esteri britannico ha aggiornati i consigli e gli sconsigli di viaggio per il Sud Italia.

Un po’ di politica c’è anche oggi con Countercurrents (Controcorrente), il sito web indiano di notizie da tutto il mondo che commenta la nostra “madre di tutte le riforme”. Titolo: “L’Italia scommette sulla democrazia con il piano premierato”.

Ecco il signor Fleximan. Dall’Austria la Kleine Zeitung ci consegna un ritratto del presunto vandalo che diede inizio al sabotaggio degli autovelox sulle strade del Nord Italia.

Da Londra la BBC dedica un servizio a Carlo Acutis, l’adolescente che, morto a 15 anni, diventerà il primo santo di internet per volere di Papa Francesco.

E chiudiamo passando con un triplo salto carpiato dal sacro al profano con il suggerimento della giusta location alle coppie che desiderino sposarsi nude, come nell’Eden, in costume adamitico e evitico. Ne hanno parlato CNN e Guardian comunicando che le autorità di Oristano hanno indicato che la magnifica spiaggia naturista di Is Benas sarà presto aperta alla celebrazione di matrimoni.

Un consiglio che, perché no, può servire anche a voi. Buon ascolto