24 Lug Italia incartata nelle quote rosa
Un premier donna non basta se il potere resta nelle mani degli uomini. E’ questo, in estrema sintesi, il concetto espresso dal Financial Times in un interessante articolo su ciò che è accaduto in Italia con le recenti nomine ai vertici della Cassa Depositi e Prestiti. Titolo del pezzo: “L’Italia si sta incartando sulle quote di genere in azienda – Il patriarcato riflessivo domina ancora ampie fasce della vita pubblica del Paese”
Che cosa è successo? E’ accaduto che per le posizioni top level dell’Istituto Finanziario che domina l’economia pubblica italiana, il governo aveva pronta una lista praticamente di soli uomini. Mal dal 2020 la legge impone che il 40 per cento dei componenti appartengano al genere meno rappresentato. Ovvero le donne. La soluzione è stata lapalissiana: se non vogliamo rinunciare a nessun maschio aumentiamo il numero dei consiglieri fino a che non entrano tutti, donne comprese.
Ma il problema, spiega l’articolo, rimane, come del resto hanno fatto notare ottanta donne dirigenti in una lettera aperta, perché la riduzione delle dirigenti donne non può essere giustificata con la mancanza di candidate capaci.
Ricorda anche l’articolo inglese che le cosiddette “quote rosa”, come le chiamiamo solo noi in Italia, cominciarono con l’imposizione di almeno un venti per cento , salito poi al 33 per cento e al 40 dal 2020. E che l’Italia è oggi uno dei soli quattro Paesi al mondo, assieme a Norvegia, Francia e Nuova Zelanda, in cui le donne rappresentano oltre il 40 per cento dei componenti nei consigli di amministrazione delle più grandi aziende nazionali. E che questo è in aumento rispetto al misero 7 per cento di quando la legge venne approvata.
Articolo, questo del Financial Times, che chiude però con l’amara considerazione che negli ambiti nei quali la presenza delle donne non è imposta dalla legge, la vita pubblica italiana rimane profondamente dominata dagli uomini. Le Ceo e le direttrici finanziarie continuano a essere pochissime e distanti fra loro; nessun grande quotidiano italiano ha ancora avuto un direttore donna.
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Per quanto riguarda le altre notizie trattate nel podcast di oggi.
“Italia, il governo italiano ha reagito all’inchiesta sull’incidente della barca dei migranti”. Il titolo, preso dall’edizione turca di Euronews, si riferisce alla conclusione dell’inchiesta giudiziaria sulla strage di Cutro, nel febbraio dello scorso anno, quando almeno 94 migranti persero la vita nel mare antistante Crotone. Notizia che riguarda la Turchia abbastanza da vicino proprio perché dalle coste turche era partita l’imbarcazione naufragata.
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“Un morto inghiottito dalle sabbie mobili in Italia”, titola El Periodico de Espana, con riferimento al 38enne Gabriele Zolezzi, che sabato scorso è stato inghiottito dalla melma di un lago artificiale fuori Genova.
E sempre dalla Spagna El Espectador “L’Unità di tutela italiana ha recuperato 2400 monete antiche
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“Se Trump vince torna l’ordine del più forte e crolla la pace mondiale”. Con questo titolo, dall’Azerbaigian la testata nazionale Milli riprende le parole del nostro ministro Crosetto per esprimere tutta la preoccupazione circa il ritorno di The Donald alla Casa Bianca.
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E con l’avvicinarsi di Ferragosto cresce, come ogni anno, l’attesa internazionale per il Festival del Cinema di Venezia.
E dalla Germania c’è già Spiegel a titolare “Questa volta Holliwood torna al lido con il potere delle star”
Buon ascolto