24 Mar Italiani ostaggio dei casinò on line
Ha avuto una eco internazionale il recente Libro Nero dell’Azzardo pubblicato da Federconsumatori a CGIL, al punto da spingere un network televisivo, come la tedesca N-TV a dedicarci un servizio dal titolo “La dipendenza da gioco d’azzardo in Italia. Quando lo stato si sostituisce al Casinò”
E scopriamo che tra gli europei gli Italiani sono quelli che spendono di più nel gioco d’azzardo. Se raffrontiamo la spesa individuale al reddito medio siamo tra i primi al mondo. E gli sforzi che lo Stato Italiano sta facendo si limitano a tenere i cittadini a stare alla larga dalle organizzazioni criminali; non dal gioco quando questo è legale.
L’articolo attacca col caso emblematico di Nicolò Fagioli, ilc centravanti della Juventus e della Nazionale condannato a dodici mesi di squalifica, oltre alle multe, per essersi fatto coinvolgere in scommesse on line illegali ; un riferimento per dire che dall’attrazione di fare i soldi facili nessuno fugge, nemmeno chi già per se guadagna milioni.
Il focus di questo interessante servizio è però sul decreto governativo dell’11 marzo scorso sul gioco d’azzardo on line, business legale che ormai è arrivato a superare, in giro d’affari, quello delle slot machine e delle sale da gioco. Nel chiuso di casa tua non devi nemmeno affrontare l’umiliazione di mostrare la tua dipendenza in pubblico, entrando in certi locali. Ma questo – commenta N-TV, è un approccio completamente sbagliato per chi si occupa di combattere le dipendenze come quella da gioco.
E quindi che cosa dice un Paese quando si scommettono tanti soldi, con i gratta e vinci che arrivano a costare fino a 20 euro, oltre a tutto il resto?
I giochi d’azzardo sono tassati, in Italia, al nove per cento il che non rappresenta alcun deterrente e non aiuta nemmeno il Paese a uscire dalla crisi finanziaria. Su 136 miliardi scommessi nel 2022 alle casse dello Stato ne sono arrivati appena 11,5.
Ultimo dato: il più recente sondaggio italiano sulla dipendenza da gioco è del 2018 e da esso emerge che un italiano su quattro gioca con continuità. Nessuna indagine è stata purtroppo fatta nel dopo pandemia.
Sempre a proposito di inchieste, un altro interessantissimo servizio sul nostro Paese arriva dalla BBC anche se dedicato a tutt’altro. Titolo: “Napoli poggia su mostri vulcanici e uno di loro minaccia di consumare la città”
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Cambiando discorso, e spostandoci sulla politica internazionale, si scrive comprensibilmente molto, in Israele, della recente decisione, effettivamente estrema, dell’Università di Torino che, come titola “The Times of Israel”, Abbandona il patto di ricerca israeliano per le pressioni di chi protesta su Gaza.
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Ieri, 24 marzo, era il giorno dell’anniversario, l’ottantesimo, dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Dal Regno Unito il Catholic Herald dedica un ricordo a “Padre Pietro Pappagallo, il sacerdote morto martire 80 anni fa in Italia”
E il tedesco Junge Welt titola “Crimini nazisti in Italia. Vendetta Brutale. 80 anni fa i nazisti assassinarono gli ostaggi nelle Fosse Ardeatine, vicino a Roma, uccidendo 335 persone.
Tornando all’oggi. Dall’Austria Kurier annuncia che “Da maggio l’Italia comincerà a trasferire i migranti nell’hot spot albanese”
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Due casi di cronaca locale che hanno tuttavia avuto riscontro anche all’estero sono, infine, quelli che riguardano un cittadino africano morto durante un rito islamico, e la ragazza egiziana minacciata di morte dalla madre a Milano per il solito rifiuto del matrimonio combinato.
Il primo è ripreso dal francese CN News che titola “Italia: un uomo muore durante una sessione di esorcismo islamico guidata da un suo parente”.
La vicenda della ragazza egiziana nata e cresciuta a Milano la racconta invece, dal Cairo, una testata egiziana, Cairo 24, e il fatto che la punizione per il rifiuto di un matrimonio combinato sia considerata notizia anche da loro mi fa piacere.
Buon inizio di settimana a tutti e buon ascolto del podcast