La presa della battigia

La presa della battigia

Scadute le concessioni alla fine dello scorso anno, sulle spiagge italiane tira un’aria frizzantina. Una questione, la presa della battigia, alla quale dedica un ampio servizio Politico che titola “La guerra sulle spiagge in Italia contrappone il partito della Meloni ai bagnanti”

A nulla sono serviti i diversi espedienti adottati lo scorso anno dal governo per ottenere nuove proroghe. Non è servito nemmeno aggiornare la lunghezza della costa aggiungendo il calcolo dei frattali per passare dagli 8mila conosciuti ai 13mila km di lunghezza del nostro litorale. Espediente che avrebbe abbassato in percentuale la quota di occupazione degli stabilimenti privati. Dal primo di gennaio di quest’anno – sostiene l’organizzazione Mare Libero – nessuno è più padrone di niente e ognuno di noi ha diritto a piantare un ombrellone e a stendere un asciugamano dove più gli piace. Gli abusivi sono diventati gli stabilimenti dal momento che nessuno ha avuto il suo pezzo di litorale assegnato al termine di una gara pubblica come previsto, già dai primi anni duemila, dalla famosa Bolkestein.

E “Mare Libero”  sta procedendo a colpi di flashmob. Oggi qui, domani là, gruppi di attivisti arrivano a nuoto dal mare, fanno irruzione sulle spiagge prese di mira, e quando va bene si limitano a cantare qualche canzoncina. Nel mirino le spiagge dei vip. E’ accaduto a Posillipo come al famoso Twiga della Santanchè.

Loro, i proprietari degli stabilimenti sono furiosi. I politici al governo, che non sanno quali pesci pigliare, si barcamenano. Del resto, dicono, la colpa è di Draghi che stabilì la fine del 2023 come limite massimo per le gare. Che loro, saliti in carica tre mesi prima della fine del 2022, non abbiamo fatto nulla, a loro appare irrilevante. C’erano da bloccare i rave party e i viaggi della procreazione.

Ad ogni modo, tornando all’articolo, Politico spiega che nonostante gli avvertimenti della Commissione Europea e le sentenze dei tribunali, il governo italiano ha preferito temporeggiare. Invece di bandire le gare hanno riconteggiato la lunghezza del litorale al fine di sostenere che quelle libere non scarseggiano e che quindi si può continuare così. Poco importa se siano considerate spiagge liberi certi scogli in mezzo al mare.

Oltre ai flash mob sulle spiagge dei vip – conclude l’articolo – gli attivisti di Mare Libero collaborano con l’Autorità Garante della Concorrenza segnalando le concessioni scadute – come quella di Santanchè e Briatore. E insistono: se volete andare in spiaggia scegliete quella che vi piace di più, entrate e nessuno potrà cacciarvi. Se lo fate fateci sapere…

 

 

E visto che già siamo in spiaggia in questo primo weekend di caldo infernale, sentiamo in questo episodio, assieme alla redazione di Radio France Internationale, “Quale politica climatica porta avanti l’estrema destra di Giorgia Meloni”.

Molte testate estere scrivono, in queste ultime ore, delle nuove sanzioni in arrivo dall’Europa. Spiegel, dalla Germania, titola “La Commissione Ue annuncia procedure per disavanzo eccessivo contro Francia e Italia”

Sempre dal mondo finanziario il Financial Times scrive dello sciopero indietro dai lavoratori della Borsa di Milano contro i disinvestimenti di EuroNext. Se non verrà revocato quello del 27 giugno, due ore, sarà il primo sciopero in assoluto a piazza Affari.

Che cosa si scrive di noi fuori dall’Italia. Dalla Germania la principale agenzia di stampa, la DPA, dedica un servizio alle nuove strategie della criminalità organizzata, Titolo: “I mafiosi in Italia fanno sempre meno affidamento sulla violenza”

Citavamo ieri il video dell’acrobata urbano che salta tra un edificio e l’altro della vecchia Matera danneggiando seriamente un cornicione.. All’episodio dedica ora un servizio il New York Times: “Un gruppo di parkour danneggia un edificio storico italiano durante un’acrobazia fallita”, articolo nel quale, oltre a raccontare l’increscioso incidente di Matera l’autore sottolinea come, con l’aumento del turismo, aumentano gli anni vandalici di ogni tipo.

Buon ascolto. E arrisentirci a domani.