Lavoratori invisibili: l’inferno dei braccianti clandestini.

Lavoratori invisibili: l’inferno dei braccianti clandestini.

Satnam Singh: c’è da dire che per come era partita in sordina, nei primi giorni, sui media italiani, della storia del bracciante indiano morto a Latina cominciano a occuparsi le più grandi testate internazionali.

Anche oggi Ristretto Italiano apre i col servizio dell’inglese BBC che titola “Bracciante agricolo muore in Italia dopo il braccio mozzato da una macchina”.

La storia di Satnam Singh la conoscete, sapete anche di come i datori di lavoro abbiano colpevolmente ritardato quei soccorsi che gli avrebbero potuto salvare la vita. Ora il titolare dell’azienda è indagato, a piede libero, per omicidio colposo e negligenza criminale. Si parla di quel Lovato che avrebbe scaricato tutta la responsabilità sulla vittima – avvisata di non avvicinarsi a quei macchinari – e che avrebbe impedito agli altri lavoratori di chiamare i soccorsi facendosi consegnare i loro cellulari.

Spiega, il servizio della BBC, che l’area in cui Singh lavorava ospita grandi aziende agricole e una consistente popolazione Punjabi e Sikh, praticamente tutti impegnati nei campi e nelle stalle. Spiega anche che i lavoratori, in buona parte senza documenti e proprio per quest cercati perchè più ricattabili, sono soggetti a un sistema che in Italia chiamiamo ‘caporalato’ e che consiste nell’assumere illegalmente personale costrette, in quanto tali,  a lavorare con salari molto bassi.

Lo sfruttamento delle braccia per l’agricoltura – continua la BBC – in Italia non è  problema di oggi con i lavoratori costretti a passare lunghissime giornate nei campi, nei vigneti, nelle serre in condizioni altamente pericolose, oltre che senza contratto. Non solo: spesso devono pagare ai loro datori di lavoro le spese per il trasporto da e verso i campi. Vivono in baracche isolate, in baraccopoli, e raramente hanno accesso all’istruzione per i figli e alle cure mediche.

E tutto questo nonostante la pratica del caporalato sia stata messa fuori legge nel 2016 dopo che una donna italiana era morta di infarto in un vigneto dove guadagnava 27 euro al giorno per giornate di 12 ore.

Otto anni dal 2016 senza che questo sistema sia stato minimamente scalfito. Otto anni durante i quali cinque premier si sono alternati alla guida del Paese, un Paese in cui tutti sanno, in cui le forze dell’ordine fanno un paio di arresti dopo un grave episodio di cronaca, e poi si torna a parlare di premierato e autonomia differenziata.

 

E visto che siamo arrivati a parlarne, di automonia differenziata, anche oggi passiamo al francese Les Echos e a un servizio dal titolo “Italia: Meloni, la giacobina, promuove il decentramento”.

Ha fatto scalpore anche fuori dai nostri confini, in questo periodo di notti magiche alla televisione, la rapina a casa di Roberto Baggio con contorno di botte. “Roberto Baggio ferito a una mano durante un furto armato in casa sua” titola il Guardian.

Poche notizie oggi , dicevamo anche in apertura. Molte testate si dilungano nei commenti sull’esordio degli Azzurri in Euro 2024.  Citiamo il titolo che Der Spiegel ha dedicato ieri a Spalletti: “Un uomo che conta: maglia, valori, orgoglio, responsabilità. Concettuale come Guardiola, entusiasta come Klopp: lo stile del ct dell’Italia è la speranza dei campioni in carica, un sergente di bellezza. Ma questo basterà per ila titolo?”

Per oggi non c’è praticamente altro da segnalare se non un articolo turco dell’arabo Asharq al-Awsat sulla carenza dei taxi che fanno infuriare l’opinione pubblica italiana.

 

Buon ascolto e buona domenica a tutti. Ci sentiamo lunedì.