Lavoriamo di più e guadagniamo di meno. Un affare italiano.

Lavoriamo di più e guadagniamo di meno. Un affare italiano.

In Italia lavoratori sempre più poveri”. E’ questo il titolo di un’approfondita inchiesta di Ouest France, la diffusissima testata francese che potremmo un po’ paragonare al nostro Quotidiano Nazionale; articolo che spiega come in dieci anni, nel nostro Paese, il potere d’acquisto sia diminuito del 4,5 per cento – dati Istat – mentre nel resto d’Europa aumentava mediamente del 3 per cento. E la percentuale degli Italiani a rischio povertà, nonostante abbiano un lavoro, è passata dal 9,5 per cento all’11,5 per cento contro il 7 per cento della Francia.  Meloni  continua a dire che il salario minimo non è la soluzione.

La causa principale del lavoro povero, spiega l’articolo, sono i salari troppo bassi. Alcuni lavoratori ricevono tra i 4 e i 5 euro l’ora lordi; persone che anche lavorando di più non sarebbero in grado di uscire dalle difficoltà finanziaria, di superare quei 12mila euro lordi l’anno che sono considerati la soglia minima sotto la quale è povertà.

L’Italia è uno dei cinque Paesi d’Europa che non hanno un salario minimo; le condizioni di lavoro sono negoziate con i sindacati e spesso non vengono riviste per anni. E l’unico dato che la premier italiana oggi sbandiera è quello dell’occupazione record, 62 per cento, guardandosi bene dallo specificare quante ore lavorino questi occupati e quanti euro guadagnino l’ora. Allergica a qualsiasi forma di assistenzialismo – conclude l’articolo – Meloni sostiene che il salario minimo rischierebbe di migliorare la retribuzione per un minor numero di lavoratori rispetto a quelli che vedranno i loro salari diminuire. Argomento infondato, secondo la redazione francese, che prende come prova l’esempio tedesco. In Germania da quando è stato introdotto il salario minimo nel 2015 questa tendenza non si è verificata.

 

Meloni, Meloni e ancora Meloni. La nostra Premier, anche per l’avvicinarsi delle elezioni europee, è sempre più una delle ragioni per cui dall’estero si scrive del nostro Paese.

Oggi è Politico a titolare “La Von Der Leyen ha provato a fare amicizia con la Meloni. Ma è tutto fallito”. La leader italiana è troppo a destra per gli alleati della coalizione della capo della Commissione Europea.

Chi sarà dunque il nuovo numero uno della Commissione Europea? Tajani, altro nome di peso dei Popolari Europei, già presidente del Parlamento Europeo, sta navigando molto sotto traccia. Non dice una parola. E c’è chi continua a evocare il nome di Mario Draghi, della cui candidatura, in effetti, si parlava già all’epoca dell’elezione del Capo dello Stato.

Dalla Colombia El Indipendente titola “Mario Draghi per salvare l’euro e reindirizzare l’Italia verso la competitività europea”.

Politica internazionale e medio oriente. Passiamo al francese Euractiv con un articolo dal titolo “In Italia l’opposizione sollecita il governo a riconoscere uno stato palestinese

Voltiamo pagina. Anzi, andiamo proprio da un’altra parte del tutto per parlare di un’ennesima oasi naturalistica italiana in pericolo: Il Delta del Po. Scrive Euronews che “E’ una riserva Unesco ricca di natura e che ora rischia a causa delle trivellazioni offshore”.

Ascoltate insieme a noi che cosa succede. E arrisentirci a domani per l’ultimo episodio della settimana.