L’Eredità. Anatomia di un successo.

L’Eredità. Anatomia di un successo.

Come nei telequiz storici di Mike Bongiorno con l’Eredità gioca l’Italia. Intervista a Valentina Bernocco la campionessa dei record.

 

Flavio Insinna con le Professoresse

 

Un televisore acceso su quattro, tra le 18:45 e le 20 di ogni giorno è sintonizzato su l’Eredità.  Dal 29 luglio del 2002, quando andò in onda la prima puntata condotta da Amadeus, a oggi, 4 milioni e mezzo di italiani sono lì. Io stesso, da quando a quell’ora non sono più impegnato in radio, organizzo le mie giornate per esserci. Concordo con Walter Veltroni che lo scrisse mesi fa in un articolo che vi linko: L’Eredità è il telequiz che maggiormente ci riporta agli anni gloriosi di Mike Bongiorno. Come Lascia o Raddoppia e il Rischiatutto lo spettacolo si basa su domande di cultura generale che ogni telespettatore può cercare di indovinare.

Da Mike a Insinna

Mike Bongiorno e la Signora Longari

Lo sottolinea bene Veltroni, che parlò con gli autori: l’impressione è che dai tempi di Bongiorno molte cose siano cambiate.  Gli italiani che tentato la fortuna sono infinitamente più numerosi di allora quando si concorreva per notorietà, si, ma anche per denaro. Oggi le vincite, sempre in gettoni d’oro, passano più in secondo piano. Complici l’esplosione dei media, a cominciare dai reality, in TV si va principalmente per quel famoso quarto d’ora di notorietà che non si nega a nessuno. Come profetizzò in tempi non sospetti il visionario Andy Warhol.

A Lascia o Raddoppia c’erano i coltissimi, i professori alla Lando Degoli. Al Rischiatutto c’erano le signore Longari e i Massimo Inardi preparatissimi su una sola materia. All’Eredità ti arrivano domande di ogni tipo, dall’astrofisica al galateo, e quindi a che vale prepararsi. Qui spicca chi buca il teleschermo e la preparazione ti aiuta fino a un certo punto.

Guido Gagliardi

I concorrenti professori

Eccezioni alla regola sono senza dubbio i personaggi alla Niccolò Pagani, il professore che dopo settimane da campione ha lasciato volontariamente il titolo per tornare dai suoi alunni o Guido Gagliardi, altro insegnante che non ne sbagliava una. E poi Valentina Bernocco, la giornalista milanese campionessa di primavera, per la quale io arrivai a programmare il registratore quando ero fuori casa. A nove mesi dalla sua uscita di scena l’ho rintracciata e intervistata. Valentina ha vinto per quattordici volte consecutive. Siamo colleghi e per questo le do del tu.

 

L’intervista a Valentina Bernocco

 

Valentina Bernocco

 

  • Valentina, dopo aver partecipato, e conoscendone i meccanismi, il programma lo si guarda con altri occhi?
  • Da un certo punto di vista sì, ma più che altro perché so che cosa c’è dietro: un grande lavoro di squadra di autori, addetti al cast, truccatori, sarte, operatori video. Sembrerà retorica, ma sono davvero una bella, allegra ma professionale famiglia. Per il resto, continuo a guardare il programma con piacere anche con gli occhi di una normale telespettatrice.
  • Dopo i provini ti aspettavi di essere convocata? Per quanto hai visto lei quale percentuale di aspiranti concorrenti approda a Roma
  • Non mi aspetto mai di essere scelta o premiata per qualcosa, però sapevo di aver risposto correttamente alla maggior parte delle domande del test scritto proposto durante i provini. Ero molto scettica, invece, riguardo alla mia scioltezza davanti alla videocamera… Da quel che ci hanno detto i ragazzi del casting, sul totale di chi tenta i provini viene richiamata una persona su dieci.

La concentrazione

  • Come si fa a mantenere la concentrazione in uno studio televisivo? Ritieni che i concorrenti che faticano a indovinare la parola giusta alle eliminazioni frontali siano veramente giocati dall’emozione?
  • Non mi ero posta il problema della concentrazione, forse perché sono abituata a leggere molto o a suonare (male, ma comunque traendone giovamento per la capacità di concentrazione). In ogni caso basta pensare a giocare e a divertirsi, il resto viene da sé. Sicuramente nel gioco della scalata doppia può intervenire l’emozione, il tempo scorre in un lampo. Una buona conoscenza della grammatica e del lessico aiuta molto nel caso non si conosca una parola, ci si può arrivare per intuito.
  • Quanto è più lunga la registrazione rispetto al programma che vediamo?
  • Un po’ di più, circa il doppio, perché prima di iniziare ti viene spiegato come spostarti e c’è qualche pausa tecnica fra un gioco e l’altro.
  • Come ti spieghi che per la maggior parte giochino professori?
  • Onestamente non ci avevo fatto caso. Forse la categoria degli insegnanti è naturalmente eclettica nelle conoscenze e portata a seguire un programma di questo tipo?
  • Un concorrente che arriva a un numero talmente alto di partecipazioni, come anche nel tuo caso, quanti abiti ha nel guardaroba per potersi cambiare ogni sera?
  • Si arriva là con diversi cambi. Nel mio caso avevo un trolley molto grande e zeppo di abiti, perché quando viaggio non riesco a essere troppo minimalista e questo si è rivelato provvidenziale.

Tutto alla luce del sole

  • Lo spettatore a volte ha l’impressione che certe uscite di scena, ancora più delle vittorie, siano per così dire “pilotate”. Che a un certo punto esca la parola impossibile per liberarsi di qualcuno. E’ un’impressione che avevi anche tu prima di partecipare?
  • A mio parere il programma è pulito, i concorrenti non conoscono le risposte o gli argomenti e nessuno riceve suggerimenti su nulla. Vero è che qualche volta, guardandolo in Tv, si ha l’impressione che alcune sequenze di domande siano più facili di altre. Probabilmente è solo il caso. Poi il concetto di facilità è relativo: io potrei non rispondere a una domanda sul calcio che risulterebbe banale per il 99% delle persone, e magari sapere qualcosa di specifico riguardante un mio interesse o ambito di studio.
  • Come sono i rapporti tra i concorrenti e l’organizzazione? A chi ti sei affezionata?
  • I ragazzi del casting sono fantastici, accoglienti, simpatici e sempre gentili. Per quanto riguarda i concorrenti, aver partecipato al “torneo dei campioni” mi ha dato la possibilità di conoscere meglio Viola, Viviana, Gaetanino, Diego, Juan e Guido. Mi credete se vi dico che mi stanno tutti simpatici, che sono belle persone e che mi piace pensare che siamo diventati anche un po’ amici? Spero, anzi, ci sia occasione di rivederci e magari sfidarci con il gioco in scatola di “L’Eredità”… senza ansie ma con un po’ di sana competizione!

Il rapporto con gli altri concorrenti

  • E con i colleghi concorrenti quale margine c’è di interazione? Dove si rifugiano tra una registrazione e l’altra.
  • Lo studio ha una saletta dedicata al programma, accanto c’è un bar. Fra trucco, parrucco e procedure varie si passa insieme parecchio tempo e un po’ si entra in confidenza, tant’è che dopo è piuttosto imbarazzante dover “sfidare” o mandare in sfida qualcuno. Le storie personali e le simpatie si intrecciano, a volte si scontrano, con le dinamiche obbligate del gioco. Bisogna però ricordarsi che è solo un gioco.
  • C’è una domanda che tutti ti hanno fatto dopo la tua partecipazione?
  • Famiglia, amici, conoscenti, persone incontrate per strada: non c’è nessuno che non mi abbia chiesto com’è davvero Flavio Insinna. E ne approfitto, se posso, per dirlo. Secondo me è una persona di grande cuore, sensibilità e intelligenza, e non sono l’unica a pensarlo.

 

I Link

“Dietro le quinte dell’Eredità” di Walter Veltroni per il Corriere della Sera

https://www.corriere.it/cronache/19_aprile_12/partecipo-all-eredita-per-sfuggirea-vita-precaria-054cacc0-5d53-11e9-a667-fe16632539a8.shtml

L’Addio di Niccolò, il professore che torna in classe

https://youtu.be/nXbSKMcaooE

Una ghigliottina di Valentina

https://youtu.be/YmtK81T44bA