
02 Gen LONDRA. I TERRORISTI COLPIRANNO E SARA’ UN ATTACCO DALL’INTERNO.
Londra nel mirino dell’Isis. Caduta Mosul, sgretolate le roccaforti conquistate negli ultimi 24 messi dallo Stato Islamico, molti foreign fighters tornano a casa e quelli con passaporto britannico sono almeno un migliaio. “Considerato che circa duecento sarebbero morti in battaglia – ha dichiarato il ministro per la sicurezza del Regno Unito Ben Wallace al Sunday Times di ieri – anche ottocento connazionali radicalizzati rappresentano un forte pericolo”.

London Underground
“Con tutto il rispetto non lo dice solo Wallace – mi dichiara al telefono da Londra dove vive da molti anni, l’analista Raphael Luzon – L’allarme risale a molti mesi fa e viene da Tony Schiena, uno dei maggiori esperti di terrorismo internazionale al mondo. Grandi quantità di gas Sarin sono entrate in europa già dalla fine del 2015 e, come nel 95 nella metropolitana di Tokio dove tredici persone morirono e altre seimila rimasero intossicate, potrebbero essere impiegate in un attacco nell’Underground.” Che Downing Street prenda l’ipotesi terribilmente sul serio è dimostrato anche dal fatto che i poliziotti londinesi, tradizionalmente disarmati, ora pattugliano le strade della capitale armati e a due per due come negli aeroporti.
“Se non hanno ancora colpito – mi fa notare Luzon, autore del recente saggio autobiografico “Libyan Twilight. The story of an arab-jew” – è perché il Sarin è un agente chimico estremamente difficile da manovrare e per usarlo occorrono o attentatori kamikaze o personale altamente addestrato”. Dopo la Brexit, e col nuovo governo di Theresa May, a Londra molte cose stanno cambiando, mi dice ancora il mio interlocutore. “Con il classico understatement inglese molte espulsioni stanno avvenendo sotto silenzio e agli immigrati islamici, non solo africani ma anche pakistani, afghani, indiani vengono revocati molti benefit. Una preoccupazione crescente investe chiunque vive nel Regno Unito senza passaporto britannico, sensazione che non risparmia nemmeno la nutrita comunità italiana a Londra.”