Migranti. Ecco perché l’Albania si e il Ruanda no

Migranti. Ecco perché l’Albania si e il Ruanda no

Il lunedì romano del nuovo primo ministro inglese, il laburista Keir Starmer, ha destato un grande interesse sulla stampa britannica e internazionale. E questo non solo in quanto è stato il primo incontro con la nostra premier che nei suoi due anni di governo aveva manifestato un grande feeling con l’ex premier Sunak, ma anche perché Starmer, a differenza di Sunak, è un socialista; e ancora di più perché da uomo della sinistra inglese è venuto a chiedere di persona alla Meloni lumi su come ci si tiene alla larga dai migranti.

E lei, dicono i maligni, ha già dimenticato l’amico di ieri per questo Sir che le fa tutti questi complimenti. Perché, come riportano i giornali inglesi, di complimenti gliene ha fatti veramente tanti, sia sull’Albania sia per il suo Piano Mattei.

Prendiamo tre articoli cominciando da France 24 che sottolinea, nel titolo, “Come Keir Starmer elogi la politica migratoria della sua controparte di estrema destra Giorgia Meloni”. Il giorno dopo un altro naufragio mortale di migranti nella Manica – scrive la redazione francese – a Roma Starmer ha accolto con favore i “notevoli progressi” compiuti nella lotta all’immigrazione clandestina. E questo detto da un uomo che aveva ferocemente combattuto l’inglese piano Ruanda inventato da Boris Johnson e portato avanti da Rishi Sunak salvo essere definitivamente bocciato dalla suprema corte britannica.

Tra le testato inglesi scelgo la BBC che titola “Starmer guarda all’Italia su come fermare le barche dei migranti” aggiungendo che, oltre al modello Albania, si è interessato al modello italiano di pagamento dei paesi nordafricani affinché facciano di più per non lasciare partire le barche.

Sull’Albania invece ha affermato che intanto bisogna vedere come funziona con l’Italia e poi non è chiaro se un accordo del genere possa essere replicato. Edi Rama, del resto, il premier albanese ha detto che un accordo del genere potrebbe essere possibile solo con l’Italia considerata il più stretto alleato in Europa.

Argomento sul quale concludiami con un articolo di James Crisps per il Telegraph su “Perché l’Italia può fare ciò che la Gran Bretagna non può con l’immigrazione”

Praticamente perchè l’Albania si e il Ruanda no?. Perché, e la risposta, anche se sono due progetti di esternalizzazione delle pratiche per i richiedenti asilo, si tratta di due progetti sostanzialmente differenti.

L’Albania, per cominciare, all’Italia costerà 560 milioni di euro che sono molti di meno dei 700 milioni di sterline stanziate da Londra per il Ruanda. E ancora l’Albania ha sottoscritto tutte le leggi europee sui diritti umani, diritti che il Ruanda calpesta sistematicamente

E poi, soprattutto, l’Italia nei centri di detenzione albanesi manderà solo i migranti maschi, maggiorenni e solo se provengono da uno dei 21 Stati considerati sicuri; donne e bambini continueranno ad essere accolti in Italia nell’attesa di una risposta sull’accoglimento delle richieste di diritto d’asilo. E, ultimo ma non da ultimo, se i profughi trattenuti in Albania saranno ritenuti idonei entreranno in Italia. Nel piano Anglo Ruandese invece il finale era ben diverso e sapeva di grande presa in giro in quanto comunque alla fine non sarebbero entrati in nessun modo.

Sugli altri argomenti dei quali vi citiamo solo i titoli, nel podcast di oggi c’è molta economia. C’è un articolo belga che parla di noi dal titolo “L’Italia ritira i fondi pubblici destinati al progetto della mega fabbrica di batterie”. Lo pubblica RTL Info.

Sempre sui temi della transizione Euronews dedica un servizio a altri ostacoli che si presentano al nostro orizzonte. Titolo “Neutralità carbonica: lo spettro di gravi conseguenze economiche per Spagna e Italia”

Per finire. Aumenta l’intolleranza degli italiani di fronte allo tsunami dei turisti stranieri che anche in questa estate intollerabilmente calda si sono insinuati in ogni angolo della penisola.

Dalla Scozia il Daily Record, tabloid scandalistico di Glasgow, parente stretto del più popolare Daily Mirror, titola “Siamo stati in Italia ma abbiamo giurato di non tornarci mai più dopo quello che abbiamo visto”

Che cosa avranno mai visto, vi chiederete.  E la risposta la trovate nel podcast. Buon Ascolto