
18 Set Nessuno potrà chiudere la Locanda dei Girasoli
Altalena di speranze e delusioni per il celebre ristorante romano che garantisce un lavoro regolare a dodici dipendenti con sindrome di Down. Rimicci (Presidente Consorzio Sintesi): “Un simbolo non lo puoi chiudere”.
Nata nel 1999 proprio quest’anno la Locanda ha festeggiato il ventennale. Diciotto dipendenti, dodici dei quali con sindrome di Down, assunti con regolare contratto a tempo indeterminato. E il 2019, dopo la performance positiva dello scorso anno, sarà il secondo anno di chiusura in attivo con la previsione di un utile di 20mila euro su 500mila di fatturato.
“Non possiamo uccidere la speranza delle famiglie” mi dice il Presidente Enzo Rimicci commentando il continuo alternarsi di promesse e docce fredde. Alla Locanda sono passati tutti, personaggi famosi, politici, trasmissioni televisive. La sindaca Raggi in campagna elettorale andò una sera a servire a tavola, ma quando nell’agosto scorso è stato il momento di dare seguito alle parole il Consiglio Comunale ha congelato tutto.
“Quello dell’ o-a-tutti-o-a-nessuno – continua Rimicci – ci è apparso un pretesto visto che le altre esperienze sono totalmente differenti dalla Locanda che è un unicum”. Ciò che il ristorante chiede è di potere avere la possibilità di usufruire di un locale in una zona meno difficile da raggiungere. Oggi in via Dei Sulpici, nel quartiere periferico del Tuscolano, il Ristorante è frequentato solo da persone che si organizzano e vanno apposta. Ragione per la quale solo di venerdì e sabato il numero di coperti può essere considerato sufficiente.
Una nuova speranza arriva ora dalla Regione Lazio con un bando che potrebbe aprire nuove prospettive, ma illudersi è pericoloso. “Ora si va avanti con i coperti – dice ancora Rimicci – col 5×1000 e con i contributi che continuano a arrivare dalle mobilitazioni della gente”. Con un’operazione di crowdfunding anni fa I Girasoli comprarono il Doblò con il quale si spostano quando vengono richiesti per il catering. E poi c’è stata la poderosa raccolta di firme su Change.Org dopo la quale nessuno può fare più finta di non sapere.
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