11 Ago Orsi: uccidere o confinare? Un dilemma tutto italiano.
“Uccidere o confinare? Italia e Romania alle prese con la risposta agli attacchi degli orsi”. Anche oggi Ristretto Italiano apre con un articolo del Financial Times, da Londra, che si conferma uno dei quotidiani più rigorosi e completi al mondo, anche fuori dalla materia finanziaria.
In questo caso il servizio rappresenta i due approcci, diametralmente opposti, al problema Orsi di due Paesi della stessa Unione Europea: Italia a Romania. Romania che dopo il clamore per la ragazza di diciannove anni sbranata da un orso ha raddoppiato il numero degli abbattimenti di orso ogni anno.
Sì, perché loro che di esemplari ne hanno circa ottomila, quest’anno ne abbatteranno 481 contro i 220 eliminati ogni anno fino al 2023. In Romania gli incontri ravvicinati animale-uomo sono sempre più frequenti e le vittime umane degli ultimi vent’anni sono state almeno 27. In Romania la caccia sportiva all’orso è stata consentita final 2016; ancora oggi restano permessi di caccia speciali per eliminare gli animali problematici che si aggirano nei villaggi danneggiando bestiame e proprietà.
L’articolo britannico fa infatti un interessante raffronto con lo psicodramma scoppiato ancora una volta due settimane fa in Italia, dopo l’ordine di sopprimere l’orsa che aveva mandato all’ospedale, e con ferite gravi, un escursionista nel Trentino. Vero che qui la popolazione di orsi è molto più ridotta ed è stata voluta con un’iniziativa di ripopolamento ma un compromesso fra le opposte animosità sarebbe desiderabile.
Ricorda l’articolo che la popolazione di orsi alpini in Italia era quasi estinta, con solo tre vecchi orsi maschi rimasti, quando il governo nazionale avviò un programma di ripopolamento nel 1999. Nove orsi furono trasferiti dalla Slovenia a una riserva naturale di 620 mq in Trentino in un progetto finanziato dall’Europa.
Inizialmente il progetto era molto popolare e contribuì a incrementare il turismo, ma la stima di oggi è che nella zona ci siano 120 esemplari a spasso, ben oltre i confini del parco che non ha recinzioni con un pericolo potenziale, e reale come si è visto, per escursionisti e residenti. In Trentino non si possono separare gli animali dagli umani, bisogna coesistere. E se ogni volta che ci scappa il morto, o il ferito grave, deve riaprirsi questa guerra tra buoni e cattivi il problema potrebbe sfuggire di mano.
Per quanto riguarda le altre notizie nel podcast di oggi, si continua a scrivere, sulla stampa estera, della consuetudine di consentire ai ricchi stranieri una tassazione forfettaria di 100mila euro per i redditi prodotti all’estero e dell’iniziativa di questo governo di portarla a 200mila euro. Notizia che non scoraggia tuttavia chi intende avvalersene se Reuters, ancora oggi, titola “L’Italia mantiene il suo fascino per i nuovi residenti super-ricchi nonostante l’aumento delle tasse”.
Argomento sul quale si produce dalla Svizzera la Neue Zurcher Zeitung titolando “L’Italia attira ricchi espatriati con agevolazioni fiscali, ma molti giovani ancora non tornano”.
Si continua a scriver all’estero, molto più che in Italia, del presunto e sopravvalutato sciopero degli ombrelloni. Sciopero che nel caso sarebbe una serrata, ma non è nemmeno quello. Giusto un happening per utilizzare un termine americano passato di moda. Ma all’estero, e soprattutto nell’Europa centrale, parlare di mare e ombrelloni resta sempre molto pittoresco.
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In Baviera, Rosenheim 24 scrive di quel “Famoso ristorante sul Lago di Como che fa pagare un extra per i tavoli con vista panoramica”.
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E a chiudere la storia dell’intraprendente turista di Philadelphia a Napoli che coi rimborsi dell’overbooking è riuscita a scucire 3600 euro all’American Airlines oltre a tre notti in hotel.
Buon ascolto e a domani per l’ultimo episodio prima della chiusura ferragostana.