PAVESI (CARPI 2.0): APPREZZO BELLELLI PER LA LIMPIDEZZA DELLO SGUARDO

PAVESI (CARPI 2.0): APPREZZO BELLELLI PER LA LIMPIDEZZA DELLO SGUARDO

Professoressa di lettere allo scientifico per generazioni di Carpigiani, Simonetta Pavesi, da pochi mesi libera dall’insegnamento, si candida con la lista a sostegno del sindaco uscente. “I giovani vanno ascoltati senza pregiudizi”.

Simonetta Pavesi con tre suoi studenti. Da sinistra Davide Delle Ave, Gregorio Paltrinieri, Silvia Cabri

Milanese di nascita e formazione, Simonetta Pavesi ha scelto Carpi come città d’adozione. Docente di lettere al liceo Fanti per 34 anni ama il teatro, passione che l’ha vista impegnata col Teatro di Corte e con il Granisel in Locanda Loris. Oggi scende in pista per il voto del 26 maggio assieme alla formazione Carpi 2.0. Abbiamo fatto una chiacchierata.

D – Con passione, entusiasmo, attenzione ai bisogni dei giovani scrive nella sua biografia. Tradotto in proposte di governo locale che cosa significa? Quali sono oggi i bisogni dei giovani? Che cosa manca e si deve fare a Carpi?

R – Il primo bisogno dei giovani è di essere ascoltati senza pregiudizi, così da diventare soggetti attivi e propositivi e non oggetti interessanti per un profitto economico. Il loro protagonismo non deve tradursi in esibizionismo.

È arduo fare proposte praticabili: quelle troppo ambiziose le lascio a chi cerca consensi provvisori. Ho idee che non rivoluzioneranno miracolosamente il presente, ma possono avviare una terapia a lungo termine, di quelle che non vengono interrotte per cambi al vertice.

D – Qual è stata la scintilla che l’ha avvicinata alla competizione?

R – Mi è stato chiesto da una persona di cui ho massima fiducia e stima e ho accettato senza patemi o tentennamenti. Ho vissuto 42 anni fra i ragazzi e per i ragazzi: con loro mi sento ancora in debito, perché paradossalmente sono cresciuta anche grazie a loro. Più che una generica velleità mi guida l’intento di mettere a disposizione della comunità che mi ha adottato tempo, energia, esperienza.

D – Immagino che molti dei candidati nelle diverse liste siano stati suoi studenti. Quindi di loro conosce storie e attitudini. Professoressa Pavesi, rapporto avete oggi?

R – Alcuni ex studenti hanno fatto carriera politica, come Delle Ave. Altri sono alle prime armi, anche su fronti opposti. Imbarazzo o disagio? Decisamente no. Sono una donna del dialogo, decisa ma rispettosa delle idee altrui.

Mi auguro che in tutti i casi abbiano fatto propri lealtà, spirito collaborativi, attitudine all’ascolto, all’approfondimento,alla critica argomentata. Una rilettura de IL PRINCIPE non nuocerebbe, ma senza fraintendimenti o forzate attualizzazioni. “Il fine giustifica i mezzi” non sono parole di Machiavelli. E neppure mie.

D – Milanese ma carpigiana. O viceversa. Che cosa è rimasto nel suo DNA di lombardo. A pranzo preferisce gnocco e tigelle o risottino con l’ossobuco?

R – Il mio menu ideale allinea varie tradizioni culinarie: gnocchi alla romana, tartare di fassona , parmigiana, strudel. La curiosità di viaggiatrice mi ha sollecitata ad assaggi audaci, ma salvo solo cous cous e spezie indiane. Fuor di metafora sono europeista e inclusiva. Ma nonna Duina la settimana prima di morire a 102 anni preparò per tutti il gnocco fritto , lasciandomi un messaggio eloquente.

D – Che cosa le piace di Alberto Bellelli e che cosa, invece, gli direbbe, o gli ha detto di cambiare?

R – Alberto Bellelli ha frequentato il liceo e potrebbe essere uno dei ” miei ragazzi “. Mi piace prima di tutto come persona: per il suo modo di relazionarsi con chiunque, per la limpidezza dello sguardo, per come ha affrontato questioni spinose nel corso del mandato. I consigli in questo caso dovrebbe fornirli lui alla sottoscritta.