19 Gen Perchè la 500 elettrica non decolla in Italia
Nonostante la Fiat 500 elettrica sia oggi uno dei simboli più forti del Made in Italy, e nonostante il suo successo sia reale in Francia come in Germania, l’automobilista italiano continua a snobbarla.
E’ questo in sintesi il quesito, contenuto nel Ristretto Italiano di oggi, che si pone un interessante articolo del sito di motori francese Italy Passion. Il disinteresse degli Italiani è tale che Stellantis sta per rimettere in cassa integrazione, per la seconda volta in pochi mesi, i lavoratori di Mirafiori per tre settimane.
Qualche numero. Nel 2023 su 32.981 Fiat immatricolate in Italia solo 4.749 sono elettriche e addirittura in calo rispetto alle 6.285 immatricolate nel 2022. Per fare un confronto in Francia sono state immatricolate 32.420 Fiat 500 delle quali 23.635 elettriche. E per farne un altro, di esempi, in Germania ne sono state immatricolate più di tremila solo a dicembre scorso.
Qual è dunque lo specifico italiano? Perché qui l’elettrico non decolla e continuiamo a comprare le 500 di fabbricazione polacca?
La risposta dell’articolo è che, a differenza di Francia e Germania, nella maggior parte dei Paesi dell’Europa Meridionale gli incentivi sono ad oggi ancora parecchio bassi, oltre al fatto che la rete della stazioni di ricarica è molto meno fitta e anche il prezzo al Kwh è più alto. Sempre per raffronto se in Francia un Kwh lo pagano 23 centesimi, in Italia costa 37.
Buongiorno ai nostri lettori e lettrici. non solo Fiat nel Ristretto Italiano di oggi che si apre con il dibattito aperto dalla sentenza della Cassazione che ha definito il saluto fascista non sempre reato.
“Questi i saluti fascisti che l’Italia fatica a vietare”titola il francese Le Point trattando una notizia che, complice anche la coalizione di destra che ci governa da quindici mesi, ha acceso la curiosità di molte testate estere; tra esse anche le più autorevoli come il Guardian con: “La massima corte italiana stabilisce che il saluto fascista non è un crimine se non rappresenta un rischio per l’ordine pubblico”
Contemporaneamente un altro caso del genere scoppiato in Italia, e del quale si occupa l’edizione europea di Politico, è il calendario 2024 dell’esercito italiano. Titolo “L’Italia nega di avere riabilitato il fascismo dopo le proteste sul calendario militare”
Restiamo in Cassazione, e restiamo a Londra con il Times che per i suoi lettori ricostruisce la struttura e la portata su Roma del clan dei Casamonica dopo la pronuncia della Suprema Corte che, chiudendo definitivamente il maxiprocesso che vide imputati oltre trenta esponenti del clan romano, li ha – diciamo – iscritti d’ufficio nella lista delle mafie italiane. Titolo “La Corte Suprema Italiana affronta la nuova mafia romana“
Il nostro podcast di oggi si chiude con un articolo fortemente critico della SRF, la radiotelevisione nazionale svizzera, su quello che viene definito “Il museo a cielo aperto dell’Italia tra nostalgia e nuovi inizi”. Un articolo che ci accusa, in estrema sintesi, di vivere sui fasti del passato e non solo per la cultura; un’Italia non pronta ad affrontare l’era post industriale
Un episodio, il nostro di oggi, che per tutte queste ragioni vale la pena di ascoltare. Il player è a fondo pagina