
19 Mag CARPI. I CANDIDATI SINDACO. PESCETELLI: ANDREMO AL BALLOTTAGGIO CORRENDO DA SOLI.
Unico candidato sganciato dai partiti nazionali, Michele Pescetelli parla della nuova “Carpi Futura”. Cinque anni fa ebbero l’11,69 per cento.
Contro i candidati locali dei partiti nazionali, da più di una tornata elettorale, a Carpi scende in pista una lista civica. Carpi Futura, che alle scorse elezioni portò tre candidati in consiglio ai quali si aggiunse un ‘transfuga’ del PD, oggi corre con Michele Pescetelli. 41 anni, medico di comunità alla Ausl di Modena, sposato e padre di tre figlie, Pescetelli cresce nell’azione cattolica.
Premesso che cinque anni fa portarono a casa un ottimo 11%, chiedo a Michele Pescetelli, che conosco personalmente e per questo gli do del tu, come intenda migliorare quel risultato?
R – Prima di tutto l’obiettivo: dare alla città un’alternativa credibile. Siamo partiti dal vivaio. Abbiamo creato un gruppo di circa 15 giovani che lavorano su diversi progetti dalla riqualificazione dell’ex mercato coperto, al coworking e urban sport. Poi è stato necessario aprirci a nuove competenze ed energie. Attraverso 6 gruppi di lavoro abbiamo impegnato circa 100 cittadini e consultato 40 esperti per costruire il programma.
Abbiamo condiviso una visione di città e restituito il risultato di questo grande lavoro in 5 conferenze pubbliche con sempre almeno un centinaio di uditori. La strategia: presentare la mia persona per quel che realmente è: un leader che non si impone con la forza ma con l’esempio nel lavoro e nelle scelte. La squadra, il gruppo, dimensione irrinunciabile del mio fare politica.
D – Carpi Futura si vanta di essere libera dalle appartenenze di partito e dai giochi della politica nazionale. Eppure il cambio di casacca del consigliere Arletti, che ora ricandidate nonostante le ombre giudiziarie, non vi è dispiaciuto…
R – E’ scorretto affermare che Arletti, come altre persone arrivate in CF , ad es. Enrico Fieni, Roberto Andreoli, abbiano “cambiato casacca”. Nessuno di loro arriva in CF con un passaggio diretto da un partito e nessuno ha vantato i “galloni” conquistati nelle precedenti esperienze politiche. Arletti ha combattuto per le idee nel suo partito. Quando ha sentito di non avere più uno spazio di libertà sufficiente, come nel caso di Aimag/Hera, nel 2016 è uscito dal gruppo consiliare del PD. Poi ha attraversato il suo deserto politico, per quasi tre anni, e infine si è avvicinato in punta di piedi al mondo civico presentandosi al gruppo come persona e non come ex-qualcosa. Abbiamo apprezzato il suo rifuggire la logica del correntismo, il suo appassionarsi ad un progetto che lo rimetteva completamente in gioco senza far valere nessun privilegio derivante dalla sua storia politica e dal suo consenso.
D – Che cosa pensi di Alberto Bellelli, che peraltro è tuo coetaneo, come politico e come uomo?
Come politico ritengo sia eccessivamente preso dal non scontentare nessuno, dal non fare mai scelte che pregiudichino il consenso del suo elettorato. Credo che per questo abbia avuto scarsa apertura verso le tante proposte di buon senso che Carpi Futura ha fatto in questi anni in consiglio comunale. Avevamo intravisto nel suo discorso programmatico all’insediamento una volontà diversa, tanto che lo votammo favorevolmente, ma su questo ha deluso. Inoltre rappresenta un modo di fare politica orientata al “compito” e non al “risultato”. Come uomo non ho sufficiente conoscenza che mi permetta di dare giudizi personali. Posso dire che all’uomo da sempre impegnato nel cursus honorum della politica, auguro di vivere una stagione in cui liberarsi dall’obbligo delle parole di circostanza, di non dover dimostrare sempre l’infallibilità.
D – Due novesi in corsa per Carpi. La base, non scritta ma ‘genetica’ per un’alleanza tra il primo e il secondo turno?
R – Non direi, pensa che io e Federica Boccaletti neanche ci conoscevamo prima di questa sfida. Le uniche alleanze possibili sarebbero state quelle trasparenti del primo turno. Se parliamo di “genetica” nel DNA di Carpi Futura non ci sono i geni “stampella”, né i geni “civetta”, mentre ci sono i geni “innovazione” e “partecipazione”. Carpi Futura andrà al ballottaggio e avrà la forza di aggregare al suo progetto i cittadini che desiderano un’alternativa credibile, che esprima una visione nuova e partecipata della città.
D – Quale sarà la prima cosa che farai dopo l’insediamento a Palazzo Sacchetti. Nel caso.
R – Se parliamo di atto istituzionale – risponde Michele Pescetelli – chiederò ai componenti della giunta uscente di lavorare insieme per una transizione che non comprometta la continuità dei servizi. C’è il dovere di recuperare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni. Non desidero dare il senso di uno “strappo” ma di uno sviluppo nei rapporti interni della politica e nei rapporti con i cittadini. Se parliamo di delibera, la prima sarà un segnale ai giovani: l’avvio delle procedure per il progetto pilota di un’area pubblica di coworking.
D – Che cos’è “Laboratorio Fish”? Come mai una personalizzazione così stretta sul tuo nome per una formazione che dovrebbe essere “di tutti”?
R – Fish lab è stato un modo di sperimentare diversi modi di dialogare con i cittadini, attraverso i video, le dirette FB, gli incontri aperitivo con i giovani, le domande raccolte nei diversi incontri. E’ stata la parte visibile di un lavoro ben più grande, invisibile, di incontro con i cittadini, terzo settore, esperti, gruppi di cittadini, operatori economici. Gioca naturalmente sul mio cognome, ma in realtà la metafora del pesce rappresenta lo sforzo di mettere me, e tutta Carpi Futura, dentro il mare della politica e della comunicazione. Siamo consapevoli di essere “pesci piccoli” in un mare di pescecani e di dover imparare a stare nel confronto.