
22 Ott Politica fiscale italiana. Bruxelles ci guarda con occhi benevoli
Se Parigi piange Roma sorride. Scrivendo del tracollo francese, Politico loda la capacità di ripresa dell’Italia nonostante le pessime premesse. Aumentate le entrate fiscali con l’impegno a rispettare l’obiettivo deficit/pil entro il 2026.
Uno scontro istituzionale che non si vedeva dai tempi di Berlusconi. Clima politico in fiamme dopo lo stop al governo da parte della magistratura. Meloni non si arrende.
Il divieto italiano di maternità surrogata mina i valori della famiglia. Il sito di intellettuali anglosassoni UnHerd smonta tutte le tesi alla base della nuova legge. E per il parigino Les Temps è solo una prova di forza dei cattolici conservatori.
Il riscaldamento del clima ritarda il letargo e un altro orso, in Trentino, aggredisce un cercatore di funghi.
Conoscete il trucco della rosa? Una rivista tedesca mette in guardia i suoi lettori da un’altra trovata del truffaldino genio italico.
“Il grande scambio: ecco come la Francia ha superato in negativo l’Italia diventando il caso disperato di bilancio numero uno della UE” Mentre Parigi sta rovinando la sua credibilità fiscale guadagnata da tempo, Roma ha cominciato ad apparire rispettabile agli occhi dei poliziotti del fisco.
Titolo e sottotitolo sono di Politico, un articolo quanto meno impietoso verso Parigi da una testata internazionale di grande spessore che peraltro non è mai stata troppo tenera con il nostro attuale governo. Eppure leggiamo che noi, a lungo considerati un paese di evasori fiscali e di spendaccioni, siamo finalmente visti dai tecnocrati di Bruxelles come doverosamente parsimoniosi.
Scrive Politico che la Francia, un tempo così influente a Bruxelles da poter ignorare anche le più allarmate richieste di moderazione fiscale, oggi è particolarmente vulnerabile con un premier fragile, alla guida di un governo fragile che fatica a far passare circa 60 miliardi di tagli draconiani alla spesa e aumento delle tasse.
Entrambi, per carità, siamo ancora sotto la lente di Bruxelles, noi come loro, ma mentre noi prevediamo di far scendere il rapporto deficit/pil sotto l’obiettivo del 3 per cento entro il 2026 loro dichiarano di avere bisogno di tempo fino ad almeno il 2029. Al punto che il governatore della Banca di Francia è arrivato a dire pubblicamente “La maggior parte dei nostri vicini europei, persino l’Italia, sono riusciti a correggere la situazione. Dobbiamo fare lo stesso”
Politico riconosce ancora che mentre lo scorso anno eravamo arrivati a un deficit monstre del 7,4 per cento del Pil, causa gli sconsiderati incentivi alla ristrutturazione delle case, oggi, con la rimozione dei suoi effetti distorsivi, lasciamo intravvedere un’economia che non se la passa poi così male. E sembra che gli italiani siano stati costretti a cominciare a pagare le tasse. Le entrate fiscali sono aumentate del 6,2 per cento nell’ultimo anno (dati giugno 23 su giugno 24) con maggiori entrate per 19 miliardi di euro. E ciò è stato dovuto sia al rinnovo di molti contratti di lavoro che hanno portato maggiori entrate con l’aumento dei salari. E poi, riconosce sempre Politico – ripeto mai tenero con la Meloni – che l’adozione lo scorso anno di una riduzione dell’imposta sul reddito si è dimostrata incentivante per molti datori di lavoro. Ed ora il governo spera ancora di estorcere circa tre miliardi e mezzo a banche e assicurazioni.
Tralasciando, nelle recensione di questo articolo, ciò che riguarda la Francia concludiamo con la considerazione di Politico che, rispetto ad un passato in cui i leader italiani compravano la fedeltà degli elettori con regalie varie, Meloni è riuscita a risparmiare sulle spese folli grazie al fatto che la sua credibilità con la sua base dipende da questioni interne e identitarie. Sebbene spesso condannata dai gruppi per i diritti umani, in campo economico la nostra premier sta riuscendo a tenere la barra del timone dritta tenendo a bada anche le richieste di spese aggiuntive da parte dei suoi partner di governo.
Ora come di consueto le altre notizie, limitatamente ai titoli.
Non tutto è sereno sotto il cielo di Roma, comunque. Anzi… sulla questione Albania ABC, altra diffusissima testata europea, titola “Grave crisi istituzionale in Italia: Meloni e la magistratura si scontrano sull’immigrazione”
E poi c’è la questione della maternità surrogata.
Ne scrive oggi il sito britannico UnHerd – ritrovo di grandi firme del giornalismo anglosassone – in un articolo di Cremieux Recueil intitolato “Il divieto di maternità surrogata in Italia mina i valori della famiglia”
Stesso argomento, del francese Les Temps dal titolo “In Italia la legge che rende la maternità surrogata un crimine universale è una dimostrazione di forza da parte dei cattolici conservatori”
Ieri parlavamo dell’Orsa Gaia, quella che un anno e mezzo fa ferì a morte un runner in Trentino. C’è un altro caso, sempre in Trentino, come riferisce la TV belga RTBF, “Un orso attacca un cercatore di funghi in Italia. Fa troppo caldo e il letargo tarda ad arrivare”
Chiudiamo con il trucco della rosa. Ovvero un altro espediente del truffaldino genio italico contro cui il tedesco Merkur mette in guarda i turisti che partono, o partiranno, per l’Italia.
Buon ascolto. E a domani