20 Feb Processo Regeni: su Roma i riflettori della stampa estera
Poco più di otto anni fa, a fine gennaio 2016, in Egitto fu rapito, torturato e ucciso dopo giorni di agonia Giulio Regeni. Un omicidio che scosse in profondità i rapporti Roma-Cairo. All’epoca il governo era presieduto da Matteo Renzi e il cadavere del ricercatore italiano venne fatto scoprire proprio mentre era in corso una visita d’affari condotta dalla ministra dell’industria dell’epoca, Federica Guidi.
La crisi fra i due governi non si concluse in breve tempo e col passare degli anni l’affare Regeni, grazie anche all’azione della stampa e delle organizzazioni non governative con Amnesty International, ha assunto caratteristiche di rilievo internazionale. Al punto che l’inizio del processo, ieri a Roma, agli agenti dei servizi egiziani accusati dell’omicidio è stato seguito da numerose testate internazionali tra le più autorevoli.
BBC che titola: “Giulio Regeni: funzionari egiziani sotto processo per la morte di uno studente italiano” .
Si è aperto a Roma – scrive il sito BBC – il secondo processo contro quattro membri delle forze di sicurezza egiziane accusate dell’omicidio di uno studente italiano nel 2016. I quattro egiziani, che saranno processati in contumacia, negano le accuse.
Giulio Regeni, 28 anni, stava studiando per un dottorato all’Università di Cambridge quando scomparve durante un viaggio di ricerca in Egitto. Giorni dopo il suo corpo mutilato fu trovato in un fosso vicino al Cairo. Successivamente l’autopsia rivelò che era stato torturato.
Un caso – come dicevamo, e come riferisce BBC – che mise a dura prova le relazioni tra Italia e Egitto, con Roma che ha ripetutamente accusato il Cairo di avere bloccato i tentativi di risalire alla verità.
Le autorità egiziane in un primo momento avevano ricostruito un omicidio maturato in un ambito di criminalità comune, poi parlarono di un incidente stradale, poi di un fallito spaccio di droga, di una rapina fallita fino, addirittura, a un crimine passionale gay. Sempre negarono il coinvolgimento dello Stato; ma la procura di Roma concluse che dietro tutto c’era la sicurezza del Cairo.
Un primo processo, in Italia, era cominciato nell’ottobre del 2021 ma fu subito sospeso in quanto non era stato possibile rintracciare gli imputati per la notifica del processo. Poi lo scorso anno la Corte Costituzionale Italiana decise che il processo può essere fatto anche in assenza degli imputati. La sentenza sarà allo stesso tempo simbolica, nessuno è destinato a pagare con la detenzione, ma sarà tuttavia un punto fermo. Una verità giudiziaria.
Nel dicembre 2020 – ricorda ancora BBC – il Parlamento europeo approvò una risoluzione nella quale rilevava che il caso di Regeni non fu un incidente isolato, ma che si verificò in un contesto di torture, morti in custodia, e sparizioni forzate in tutto l’Egitto di quegli anni”.
Come dicevamo in apertura la notizia è coperta dalle maggiori testate internazionali, dalla Deutsche Welle a Al Jazeera, da Reuters a Associated Press con ricostruzioni analoghe a quelle raccontate da BBC. Forse più interessante continuare col il sito giordano Al Bawaba, da Amman, che titola: “L’Italia processa quattro ufficiali egiziani per omicidio. Chi sono?”
Voltiamo pagina lasciando, per oggi, questa dolorosissima ferita non ancora rimarginata.
E passo alla drammatica situazione dell’inquinamento in Val Padana che, se possibile, aggrava ulteriormente la già grave emergenza climatica. Da Londra The Independent titola “Milano vieta i mezzi pesanti e impone misure antismog per il pesante inquinamento atmosferico”.
Dell’ondata di siccità e di calore del tutto anomalo nel nostro Paese scrive anche il settimanale egiziano Youm7, SetteGiorni, titolando “Gli Italiani fuggono sulle spiagge a causa di una insolita ondata di caldo invernale”
Due notizie che riguardano la neve, nei pochi posti dove la neve continua comunque ad esserci. Due notizie che riguardano gli sciatori.
Una, che riprendo dallo svizzero ZuriToday, è quella di quello sciatore – che si è autoflmato mentre a tutta velocità, su una pista, inseguiva un lupo terrorizzato che poi è andato a sbattere contro una rete. E’ accaduto sul Passo di Pampeago, in Trentino, e il video che lui stesso ha messo in rete ha sollevato uno scandalo. Video che trovate linkato nella newsletter di oggi.
Notizia commentata anche dallo spagnolo Nevasport che considera come questo episodio dimostri ancora una volta la poca cultura del rispetto dell’ambiente e della fauna selvatica.
Sempre sci per chiudere. Scrivono alcuni giornali belghi e francesi, come Ouest France, che un gruppo di turisti belgi, al loro ritorno dopo una vacanza a Livigno, al confine tra Italia e Svizzera, hanno trovato nella cassetta delle lettere una serie di contravvenzioni per eccesso di velocità. Non sulla strada bensì sulla neve.
A questo punto non resta che ascoltare l’episodio del giorno