10 Apr Quei gran geni che inventarono i bonus edilizi
Ecco perché nessun Paese al mondo aveva mai fatto qualcosa come i bonus edilizi di Conte.
Reuters ci offre un servizio con tutte le ragioni che hanno portato i superbonus lanciati nel 2020 a rivelarsi un fallimento colossale e una bomba a orologeria per le nostre finanze.
“Perché il superbonus italiano ha fatto un buco nei conti dello Stato” titola l’agenzia di stampa londinese.
L’attuale governo, per voce del ministro dell’economia, Giorgetti, ancora una volta ha definito devastante l’impatto che queste misure, giunte al quinto anno, hanno avuto sulle finanze pubbliche.
Ad oggi l’utilizzo degli incentivi ha già raggiunto i 219 miliardi, contro i 35 in 15 anni previsti dai geni dell’epoca e non arginati da chi successivamente prese il loro posto.
Quali erano gli schemi? Tutto iniziò col superbonus, quello del 110 per cento di rimborso a chi ristrutturasse la casa per il risparmio energetico. Poi seguì il bonus facciate con il 90 per cento.
E perché ora siamo messi così? Perché, risponde Reuters, con elargizioni così generose i proprietari di case non avevano ragione per contrattare sui costi; al contrario, ai proprietari di case rimanevano più soldi. E alla domanda su perché avessero sbagliato così clamorosamente le previsioni, i funzionari che pianificarono quel bilancio risposero che non avevano avuto precedenti cui riferirsi in quanto mai nessuno al mondo, prima, si era mai offerto di rimborsare più del costo di ristrutturazione.
E perché i governi successivi non hanno previsto la minaccia prima? Nel maggio 2022 – spiega ancora Reuters – Draghi criticò pesantemente il superbonus affermando che triplicava i costi delle ristrutturazioni, ma anche allora, pur consci dello tsunami all’orizzonte, i funzionari non seppero che pesci pigliare e nulla fecero.
Oltre ai generosi pagamenti c’è da considerare che quel regime consentiva anche di detrarre i costi dalle tasse dei successivi 4-10 anni, o ancora utilizzare il credito di imposta come forma di pagamento quando si trattava con i costruttori e le banche i quali, a loro volta, li possono rivendere o utilizzare in detrazione. I funzionari ammettono inoltre di non avere mai avuto un sistema di monitoraggio per lo scambio di tali crediti. E, ancora, il governo afferma di non avere mai avuto le risorse per combattere le inevitabili frodi. Per esempio quella dei 12 miliardi scoperti l’estate scorsa; cifra che secondo le ultime comunicazioni di Giorgetti è già arrivata a 16 miliardi.
E chiudiamo con la domanda-risposta di Reuters su perché, comunque, nessuno abbia interrotto prima questo sistema e tutti, Meloni compresa, si siano limitati a mettere un freno molto lento fino a fine 2025.
Perché, semplicemente, il programma è diventato estremamente popolare fra gli elettori e le piccole imprese e nessun partito vuole rischiare di staccare la spina lasciando potenzialmente famiglie e imprese con crediti senza valore.
Ora il sommario delle altre notizie nel podcast di oggi.
Continuando a parlare di soldi ci spostiamo sullo spagnolo ABC che titola “La benzina in Italia torna ad aumentare: quasi due euro per un litro”
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Ultimo giorno di Ramadan, ieri, con grandi feste dei musulmani presenti nelle nostre città e particolarmente a Roma. Titola Konhabeer, dalla Turchia “I musulmani in Italia hanno eseguito la preghiera dell’Eid al-Fitr”.
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Stranieri in Italia. Finalmente sono uscite le regole per il tanto atteso visto per i nomadi digitali. “Ecco chi è idoneo e come richiederlo” titola Business Insider.
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In Francia si sta scrivendo molto del giallo della Val d’Aosta dove una ragazza di ventidue anni, di Lione, è stata trovata morta. Il corpo è stato trovato in una chiesetta in rovina sopra La Salle. La storia nell’articolo del francese Le Progrès.
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Tiriamoci un po’ su di morale, appena un po’, prima di salutarci, con la notizia che “L’Italia lancerà un francobollo con il volto di Berlusconi”. Un titolo dell’agenzia di stampa bulgara BTA.
Meno male che in questa epoca di mail i francobolli non se li lecca più nessuno.
Buon ascolto dell’episodio odierno. A domani