
22 Giu RADIO TAXI. UN ALTRO DIRETTORE DI RADIO1 RAI ABBANDONA PER TORNARE IN TV.
Vanno alla radio, prendono il grado, e tornano in TV. Gerardo Greco, direttore per un anno di Radio1 RAI, lascia per Rete4. Come Andrea Montanari che dopo dieci mesi tornò al TG1 da direttore.
Povera Radio1. Da quando lasciai, il 29 luglio del 2016, meno di due anni fa, già tre direttori se ne sono andati. Flavio Mucciante, partito qualche giorno dopo di me per far posto a Andrea Montanari il quale, meno di un anno dopo, passò la staffetta a Gerardo Greco che, dopo un anno esatto, saluta e offre un brindisi alla redazione.
“Non vogliamo più essere considerati un taxi, una tappa per carriere tutte televisive”, dice Giorgio Zanchini, conduttore di Radio Anch’Io, all’assemblea dei giornalisti Rai. E il riferimento è agli ultimi due direttori. Di Andrea Montanari, ritornato al Tg1 dopo dieci mesi, e dopo avere guadagnato il grado di direttore, si dice che non abbia nemmeno disfatto i pacchi, appeso un quadro alle pareti. Di Greco i soliti ben informati giurano che fosse già in trattative con Mediaset, dove ora approda, quando lasciò Agorà per Radio1.
I circa duecento giornalisti del Giornale Radio Rai, che per inciso rappresentano in assoluto la testata più grande d’Italia, questa volta non l’hanno presa bene, e non solo quelli in un qualche modo titolari di una promessa di promozione che ora difficilmente arriverà. La redazione ha maldigerito l’importante investimento di Greco, circa un milione di euro, per la “Radiovisione”, mai realmente decollata, mentre tecnicamente la radio cade a pezzi con attrezzature obsolete e malfunzionanti. La trasmissione in video dei programmi radiofonici, se funziona per un’emittente commerciale grazie alla presenza di artisti in studio e l’utilizzo di clip musicali, è molto meno appealing quando si fa approfondimento informativo e la quasi totalità degli ospiti è in collegamento telefonico.
Campionessa di ascolti fino al 2009, Radio1 RAI arranca, ora, tra la quinta e la decima posizione con la peggiore performance, tra le radio pubbliche europee, in termini di utilizzo e fruizione dei social media.
Radio1 RAI recuperi l’autorevolezza perduta. Occorre un direttore di radio, che conosca la radio e che voglia fare la radio. E basta. Un giornalista che ami e abbia dimestichezza con la parola parlata, con il coraggio di abbandonare il modello ora imperante di radio “di cazzeggio”. La radio pubblica ha il dovere di farlo e quelle che hanno seguito con decisione questa strada, come in Gran Bretagna, in Francia, in Germania hanno vinto.