Riscrivere la Costituzione. Mission impossibile anche per Giorgia.

Riscrivere la Costituzione. Mission impossibile anche per Giorgia.

Riuscirà la Meloni a riscrivere la Costituzione? Là dove i Berlusconi, i Bossi e i Renzi hanno fallito?

Se lo chiede con un’analisi molto interessante e approfondita la testata britannica UnHeard in un articolo dal titolo “Perché la Meloni sta riscrivendo la Costituzione Italiana. I ritocchi legali non risolveranno i problemi strutturali della nazione”

Saltiamo la corposa parte introduttiva nella quale l’autore spiega il clima del dopo guerra e del dopo Referendum Monarchia /Repubblica, che accompagnò il lungo lavoro dei padri costituenti.  Per chi la volesse leggere c’è il link cliccando sul titolo dell’articolo.

Passiamo invece all’analisi dell’oggi e della difficoltà oggettive per la nostra premier di fare ciò cui Matteo Renzi nel 2016 dovette rinunciare.

Riuscirà dunque Giorgia là dove gli altri hanno fallito? A far passare un sistema dove non solo il premier verrà eletto direttamente dai cittadini ma dove il primo partito uscito dalle urne avrà il 55 per cento dei seggi nonostante la dimensione della vittoria?

Considerata la nota instabilità della politica italiana – scrive UnHeard – con 70  governi dal dopoguerra dalla vita più breve di quella di un topo da laboratorio, il rafforzamento dell’esecutivo sembra ragionevole.

Nella misura in cui la riforma rafforza il legame tra il primo ministro e i cittadini, la riscrittura dell’articolo 92 appare piacevolmente democratica. A parte che dovremo capire bene quali poteri verranno lasciati al Capo dello Stato

Ci sono però motivi di scetticismo. Sebbene Meloni in questi primi diciotto mesi di governo sia apparsa molto più moderata di quanto la sua campagna elettorale lasciasse presagire, in quanto ex allieva del Movimento Sociale neofascista, però, il suo entusiasmo per un futuro governo forte lascia più di un sospetto, soprattutto considerati i cupi precedenti storici.

Preoccupazioni che potrebbero però venire disinnescate da un più che probabile fallimento. Come Renzi ha scoperto nel 2016 i noiosi dibattiti costituzionali possono facilmente annoiare gli elettori pressati dalla risoluzione dei problemi del quotidiano. E la proposta di riforma così come è ora – è ancora UnHeard che scrive – appare piuttosto confusa e sciatta.

I problemi principale dell’Italia restano la scarsa crescita del Pil, i tassi di natalità sempre più fatiscenti, l’elevato numero di migranti illegali. E proprio in Italia, volendo prendere esempio, esiste una provincia autonoma, l’Alto Adige, che sta andando in controtendenza. Per esempio a Bolzano sono riusciti a invertire il trend sulle nascite con politiche più pratiche su congedi di paternità, assenze retribuite, eccetera.

In conclusione: prima di presentare alla nazione la sua nuova Costituzione, Giorgia Meloni dovrebbe considerare in quale altro modo migliorare la sorte dell’Italia nel mondo reale. Se va avanti così anche lei rischia di perdere l’incarico prima della fine del mandato, che sia stata eletta direttamente o meno.

 

 

Sempre politica, poi passiamo ad altro. La richiesta di rinvio a giudizio della Santanchè, nonostante il rinvio al processo ancora non ci sia e potrebbe non esserci mai, sta riscuotendo una certa curiosità oltreconfine.

Le Parisien intitola “Un ministro italiano incriminato per frode tecnica sulla disoccupazione durante la pandemia di Covid-19” La sua azienda avrebbe beneficiato di fondi pubblici mettendo il personale in cassa integrazione anche se continuava a lavorare.

E sullo stesso argomento l’edizione turca della CNN titola “Accuse di corruzione contro la ministra del turismo italiana Daniela Santanchè, soprannominata la pitonessa

Da Reuters e dagli Stati Uniti la notizia che, cito Barron’s da New York, “L’italiana WeBuid in campo per ricostruire il ponte di Baltimora

Turismo a lungo termine. Si continua a scrivere, ormai da molte settimane, del lancio da parte italiana del visto per nomadi digitali. Un regolamento molto atteso dal momento che il nostro è, su questo fronte, uno dei Paesi che fanno più gola a chi per lavorare ha bisogno di un solo computer collegato da remoto con l’azienda di casa. Fino ad ora andavano in Costa Rica, in Portogallo, in Turchia. Ora anche le nostre porte sono aperte, per un anno intanto, a chi dimostri di avere un reddito sufficiente per mantenersi e si faccia privatamente carico dell’assicurazione sanitaria.

Oggi è la CNN, che sul visto per nomadi digitali ha già scritto molto, a titolare “Vivere il sogno italiano è diventato più facile, grazie a un nuovo visto”

E Business Insider scrive invece all’altrettanto fiorente trend degli anziani americani di venire in Italia a godersi la pensione.

 

Come già annunciato sabato  da domani, e per dieci giorni non riceverete la consueta rassegna stampa quotidiana di ciò che dall’estero scrivono di noi. Ci saranno invece svariati personaggi che, nelle Interviste di Ristretto Italiano, vi racconteranno la loro esperienza di Italiani all’estero e viceversa.

 

Come sempre, se Ristretto Italiano vi piace passate parola. Buon ascolto