Ristretto Italiano – 10 novembre 2023

Ristretto Italiano – 10 novembre 2023

La vicenda della piccola Indi Gregory, la bambina inglese che l’Italia vuole salvare a tutti i costi dalla decisione della giustizia britannica sul distacco delle macchine che la tengono in vita, non è ancora forse del tutto scritta. E lo spiegava bene ieri pomeriggio il DERBY TELEGRAPH, quotidiano del Derbyshire, titolando IL GOVERNO ITALIANO PRESENTA L’ULTIMA DISPERATA RICHIESTA PER INDI GREGORY

Il riferimento è all’ultimo disperato tentativo del console Italiano a Manchester dopo la sentenza che imponeva il distacco della bimba dai macchinari alle 16 di ieri. E la notizia è che per la prima volta da quando esiste la Convenzione Internazionale dell’Aja del 1996, il console Matteo Corradini, che è anche il tutore italiano ufficialmente registrato della bimba dopo la concessione della cittadinanza italiana, per la prima volta ha usato l’articolo della convenzione che gli concede di fermare ancora una volta il provvedimento. Altri organi di stampa scrivono anche che la Meloni si sarebbe sentita direttamente col premier inglese Sunak sempre allo scopo di bloccare i giudici affinché venga rimosso il divieto al trasporto in Italia dove al Bambino Gesù di Roma c’è una equipe medica che la aspetta, pronta per lei.

La Convenzione dell’Aja citata – prendo sempre dal Derby Telegraph – è un accordo fra più di 30 Paesi che stabilisce le regole su chi prende le decisioni che riguardano la vita dei minori

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Passo alla storia di copertina con la storia rivista statunitense vicina ai conservatori, NATIONAL REVIEW che titola LA GUERRA DELL’ITALIA A UBER

Un articolo sullo strapotere dei nostri tassisti che dal 2017 impediscono alla piattaforma mondiale di Ride Sharing di entrare anche nel nostro Paese.

Cominciarono sei anni fa, appunto, lamentandosi non tanto della concorrenza – dicevano – ma della disparità di condizioni; “questi autisti non hanno i nostri vincoli sulle tariffe fisse, possono rifiutare i clienti che non gli vanno. Eccetera eccetera…”

E il Tribunale di Roma li accontentò sostenendo che Uber, e le compagnie simili, godevano di vantaggi indebiti. Un divieto di breve durata, però, in quanto due mesi dopo fu concesso a Uber di tornare sul mercato però solamente nelle formule Uber Black e Uber Lux che di fatto lo equiparavano agli NCC (Noleggio con conducente). Obbligo quindi di un corso di sei mesi con esame finale e spese di 900 euro, un’auto che soddisfi requisiti rigorosi dal modello più recente, al colore scuro, ai vetri oscurati.

L’articolo di National Review conclude considerando che la domanda di lavoro in Italia è ancora più elevata che Negli Stati Uniti e consentire un maggior grado di concorrenza avrebbe consentito un vantaggio per i consumatori che oggi hanno grandi difficoltà a trovare un’auto pubblica e contribuito allo stesso tempo a ridurre il tasso di disoccupazione.

Negli Usa qualsiasi cittadino con un’auto che funziona, e senza precedenti penali, può guadagnare grazie al ride sharing. Mente in Italia ancora una volta il pieno accesso di Uber è stato rimosso dal disegno di legge sulla concorrenza sotto il ricatto dei sindacati dei tassì.

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Ancora sui migranti esternalizzati in Albania, per quanto se ne continua a scrivere, più all’estero che da noi.

RTL NEWS dai Paesi Bassi: L’ITALIA VUOLE MANDARE BARCONI DI MIGRANTI IN ALBANIA, MA E’ CONSENTITO?

Il dubbio della redazione olandese sta nel diritto internazionale e nella scelta di chi mandare in Albania e chi no.

Se è vero che le leggi dicono che chi viene soccorso in mare, fuori dalle acque internazionali, non ha il diritto automatico di essere portato in Italia, ma solo in un porto sicuro, e se è vero che l’Albania non presenta caratteristiche di ‘insicurezza’, diciamo, è altrettanto vero che il piano italiano si propone di destinare a Tirana solo glia dulti in salute, non le donne incinta ne i bambini. E allora, tornando alla domanda se tutto fili bene della redazione olandese: come faranno a decidere la destinazione dei salvati di fronte a famiglie con padri, madri spesso incinta e minori? E poi l’Italia sarà in grado, avrà voglia di verificare se gli ospiti dei centri albanesi siano trattati secondo gli standard minimi, o piuttosto vengano lasciati nelle condizioni in cui versavano nei lager libici o anche solo nei centri greci?

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Si erano rifugiati in Italia alcuni dei presunti mafiosi del clan Gambino coinvolti in un’inchiesta dei pubblici ministeri newyorchesi.

Una notizia di cui scrivevano ieri molti organi di stampa internazionali tra i quali scelgo BBC NEWS che titola I PUBBLICI MINISTERI ACCUSANO 16 PRESUNTI MAFIOSI ITALOAMERICANI

Dieci sono stati arrestati negli Usa, sei in Sicilia. Per l’accusa esisteva uno schema di intimidazioni e aggressioni violente ai danni di società di demolizione, di trasporti, di gestione e di raccolta dei rifiuti. Tra gli arrestati un pezzo grosso del clan Gambino e diversi soldati. La famiglia Gambino è una delle cinque cosche più importanti dell’area di New York, quella che ha ereditato il nome-marchio di Cosa Nostra. La famiglia è stata guidata dal boss John Gotti fino alla sua morte, in prigione, nel 2002 e successivamente da Frank Cali, ucciso davanti alla sua casa di Staten Island nel 2019. Gli imputati di questa operazione rischiano pene massime comprese tra i 20 e i 180 anni di carcere.

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Comunica, la Radio Nazionale Colombiana, che la prima mostra dedicata a Botero dopo la sua scomparsa sarà in Italia e riguarderà la raccolta Via Cricis e passione di Cristo che verrà esposta al Museo della Permanente di Milano dal 23 novembre al 4 febbraio per poi partire e toccare altre capitali europee

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La polemicuccia del giorno riguarda l’albero di Natale sulla viene RathausPlatz che verrà inaugurato, tutto addobbato, oggi nel giorno della partenza dei mercatini di Natale.

L’albero, che non ha nulla a che vedere con il romano Spelacchio di qualche anno fa, è un abete rosso di 28 metri e 115 anni di età e – e qui veniamo in ballo noi – è stato prelevato a fine ottobre in alto Adige, nel Parco di Braies.

Dal 1959, ogni anno, l’albero di Natale dei viennesi viene fornito da un diverso Land austriaco e l’Alto Adige, o Sud Tirolo non si tira indietro. E nella regola della notazione quest’anno toccava a lui, l’Alto Adige.

Un bellissimo albero dei nostri boschi viene selezionato per rallegrare il Natale Austriaco, ed è un segno del nostro legame con Vienna – aveva detto l’ultima volta, nel 2014, il governatore altoatesino Konpatscher.

Ma gli ambientalisti, a cominciare da quelli italiani, la pensano diversamente