Ristretto Italiano – 20 ottobre 2023

Ristretto Italiano – 20 ottobre 2023

Nel giorni del primo anniversario di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi – lunedì prossimo, il 23 ottobre – la stampa, italiana ma anche estero si produce in bilanci e valutazioni

Salto quelle italiane e, come vuole il nostro Ristretto, mi occupo della stampa estera. E apro con The Sentinel, dal Colorado, che, sulla base di un servizio si Associated Press, titola IL PREMIER ITALIANO DI ESTREMA DESTRA MELONI SFIDA I TIMORI DI DANNEGGIARE LA DEMOCRAZIA E DI SCONTRARSI CON LA UE

Tanto tuonò che non piovve, si può dire. All’inizio, tra i temi della campagna elettorale e le radici fasciste tutti gridarono, dall’Italia e da fuori, al ritorno del fascismo 80 anni dopo la caduta di Mussolini.

La presidente europea Von Der Leyen fece dichiarazioni quanto meno discutibili affermando che, nel caso, l’Europa ha strumenti per rimettere in riga le devianze di ogni suo componente; la stessa von Der Leyen, del resto, che in tempi molto più recenti ha preso sottobraccio la nostra Giorgia per accompagnarla prima in Tunisia e poi a Lampedusa. [Ben cosciente – osservo io – che fra un anno i voti della Meloni saranno per lei fondamentali quando tenere di essere confermata alla presidenza della Commissione].

Tuttavia –  e qui torno a Sentinel dal Colorado – anche i più scettici si sono dovuti ricredere: l’Italia della Meloni ha sostenuto fermamente la NATO sull’Ucraina, non ha fatto nessuna guerra a Bruxelles come ci si sarebbe aspettati – anche dai suoi stessi proclami precedenti. Sui migranti non ha saputo fare granché – in effetti, nonostante le suggestioni dei blocchi navali – sapendosi comportare da statista responsabile. Al punto che oggi rischia di essere superata a destra, ma sempre solo a parole, dal suo vice Salvini.

Su alcune decisioni Meloni ha avuto battute d’arresto non da poco, come sulla ventilata tassa sugli extraprofitti delle banche o sull’incapacità di mettere fine all’arroganza dei tassisti. E anche oggi, dopo il ritorno del terrore firmato Hamas, ha saputo dare un supporto reale alla comunità israelitica prima visitando la Sinagoga di Roma e poi, in occasione della ricorrenza del rastrellamento del Ghetto di Roma, denunciando senza giri di parole la complicità fascista nel consegnare centinaia di ebrei romani ai nazisti.

Dal 1946 i governi italiani sono durati mediamente 361 giorni o oggi, 20 ottobre, con Meloni siamo a 362.

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E, a proposito di ritorno del pericolo del terrorismo islamico, a nessun osservatore straniero è sfuggita la decisione di ripristinare i controlli di frontiera all’ingresso dalla Slovenia con blocchi di polizia a chiunque entrai dal confine con Friuli e  Venezia Giulia

REUTERS titola, per esempio, L’ITALIA RIPRISTINA I CONTROLLI ALLE FRONTIERE CON LA SLOVENIA CITANDO IL RISCHIO DI ATTENTATI

Sospendere il Trattato di Schengen – ovvero quello della libera circolazione fra i Paesi dell’Unione – non è mai una decisione facile. Potersi spostare all’interno dell’Unione senza dovere mostrare i documenti a nessuno è un grande vantaggio per tutti noi; tuttavia non è la prima volta che accade. Accadde, per esempio, durante la pandemia quando ogni Paese europeo cercava di proteggersi contro di noi italiani untori.

Mi prendo le responsabilità di questa mia scelta – ha detto ieri Meloni citando  il carente controllo ai confini esterni dell’Unione. Un’arma a doppio taglio, tuttavia, dal momento che chiuderci dentro la nostra penisola significa allo stesso tempo rendere più difficile l’espatrio, da sempre tollerato anche se mai ammesso, di chi sbarca in Italia, altro frontiera esterna dell’Unione per sua stessa natura difficilissima da controllare.

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E, ancora una volta a proposito delle marce indietro cui la Meloni è stata costretta – vedi, come dicevamo prima, le banche, i tassisti – ce ne è ora in arrivo un’altra. Da Hong Kong GREEN QUEEN titola CHE SORPRESA, L’ITALIA FA INVERSIONE DI ROTTA SUL DIVIETO DELLA CARNE COLTIVATA.

Ricordate a primavera? Quando il ministro Lollobrigida, ministro all’Agricoltura, esternava un giorno sì e l’altro pure sull’italianità della qualunque, carne compresa, volle il decreto sullo stop alla sperimentazione e produzione della carne di laboratorio? Ora, benché già passata al Senato, e in attesa dell’OK della Camera questa legge è destinata a un binario morto.

Molteplici le difficoltà. Primo che in Italia esiste, a Trento, uno dei centri di ricerca più avanzati sulla coltivazione delle cellule animali per produrre carne senza macellare nessun animale. Basta prelevare una cellula, come per una normale biopsia, dalla quale nascerà hamburger. Quindi un improvvido stop alla ricerca scientifica.

Poi il fatto che puoi al limite proibire la produzione sul nostro territorio ma molto più difficile è bloccarne le importazioni una volta che una legge comunitaria nel autorizza il commercio. Vedi le farine di insetti.

E poi, ultimo ma non da ultima, la battaglia degli animalisti che nella carne coltivata vedono, in proiezione, un’ottima alternativa alla macellazione.

La marcia indietro del governo, ora, è stata vista nel ritiro della notifica con la quale Roma era obbligata a comunicare a Bruxelles la decisione univoca italiana. Della serie che dal momento che tanto ci bocceranno, e potranno farlo, meglio andarcene alla chetichella

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Girare film a Venezia non è una passeggiata. Lo sanno, da sempre, i nostri cineasti, e lo conferma, in un’intervista a CINESERIE il regista francese IVAN CALBERAC ricordando le riprese del suo sempre simpatico VENEZIA NON E’ ITALIA.

La storia è quella di una famiglia quanto meno singolare, atipica e inclassificabile, in cui un padre ‘dolce e pazzo’ Bernard  costringe la famiglia a vivere in roulotte. Singolare anche la madre, Annie, che continua a tingere di biondo i capelli del figlio Emile, pensando che così sia più bello. E la storia comincia quando Pauline, compagna di scuola di Emile della quale lui è segretamente innamorato, lo invita a Venezia per le vacanze. E il problema insorge quando i genitori decidono che lo accompagneranno con la roulotte di famiglia. Un viaggio che doveva essere romantico e che invece diventa un ‘oggi le comiche’

Fin qui la storia, che vi ho sintetizzato perché mi divertiva raccontarla. Al centro dell’intervista però c’è il racconto di ciò che ha significato fare le riprese in quel labirinto, in quel luna park a cielo aperto che oggi è Venezia: attrezzature da spostare a bordo di lentissime chiatte, turisti ovunque ti giri e difficili da escludere dalle immagini… ma ciò che non aveva previsto era di arrivare a perdere il suo attore principale nel caos della città.

Benoit Polveroorde un giorno si perse durante la pausa pranzo perché, col divieto imposto alla turpe di mangiare in gruppo (troppo assembramento per quei luoghi così angusti) durante la pausa ognuno si organizzava per sé. E Polveroorde, risucchiato nel labirinto delle calli, travolto dai turisti ovunque, era persino impossibilitato a farsi localizzare col whatsapp: lo vedevano lì ma era là, tra centinaia di altre persone