Ristretto Italiano – 26 ottobre 2023

Ristretto Italiano – 26 ottobre 2023

Gli scatti d’ira della Meloni sono ormai così frequenti che non fanno più notizia, ma l’arrabbiatura di quando ha scoperto che, a sua insaputa, l’ex premier oggi 85enne Giuliano Amato è stato nominato a capo della commissione sui rischi dell’Intelligenza Artificiale non è sfuggita alla stampa internazionale

SAPRA’ CHE COSA E’ GOOGLE?, titola THE TELEGRAPH da Londra. Se non è una dinosaurocrazia quella…

Telegraph che fa notare come, per lo stesso incarico, in Gran Bretagna sia stato scelto un esperto di informatica 41enne, imprenditore digitale formatosi a Cambridge, fondatore di diverse Start Up alcune delle quali proprio nel campo dell’intelligenza artificiale.

L’articolo si dilunga poi a descrivere Giuliano Amato e il milione di cose che egli è stato e rappresenta in Italia – ricostruzione che a voi risparmio – dando poi voce a chi in Italia sottolinea come anche questa scelta dimostri quanto siamo un Paese vecchio e conservatore.

E sono scoppiate le polemiche. Da chi sostiene che il vecchio saggio non è nemmeno capace di inviare uno screenshot su whatsapp a chi accusa l’Italia di soffrire della sindrome di Albus Silente: “Quando le cose vanno male, non le capiamo, consultiamo un vecchio saggio.

Ma chi ce lo ha messo, alla fine, lì all’Intelligenza Artificiale? La risposta del Telegraph ai suoi lettori indica la responsabilità a un sottosegretario di Forza Italia, partito della maggioranza di giorno in giorno più spina nel fianco della nostra prima ministra

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DIECI GIORNI DI CONTROLLI ALLA FRONTIERA CON LA SLOVENIA NON BASTERANNO. Il titolo della della Slovena DVASET ŠTIRI UR che trovo interessante per vedere la sospensione italiana di Schengen, di cui da giorni parliamo, in controcampo. Dall’altra parte del confine.

La constatazione che la frontiere di Trieste e Gorizia sono tornate per restare a lungo viene dalle parole del ministro Piantedosi alla Camera. Una decisione non facile, per il nostro governo, ma necessaria per contrastare gli ingressi illegali a cominciare a quelli dei potenziali uomini e donne di Hamas.

Nei primi due giorni e mezzo, da sabato a lunedì, sono state controllate 3142 persone e 1555 veicoli. Sono stati individuati 66 non aventi diritto – non mi piace chiamarli clandestini dal momento che in Italia non sono nemmeno entrati – e sono state arrestate due persone, una delle quali accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Decisione – quella dei controlli di frontiera –  che comunque al governo di Lubiana sta bene – un po’ meno ai lavoratori transfrontalieri – in quanto loro stessi hanno sospeso Schengen ai confini con Croazia e Ungheria che oggi rappresentano i confini esterni dell’Unione.

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Non siamo un Paese per giovani, e questo è assodato. Un po’ come per le migrazioni interne di settanta e sessant’anni fa,  quando i giovani salivano dal meridione per trasferirsi a Milano, a Torino, al Nord, il numero di ragazzi e ragazze che lasciano l’Italia per qualsiasi posto più a nord aumenta di anni in anno.

Sono 337mila gli Italiani tra i 24 e i 34 anni che hanno lasciato l’Italia dal 2012 al 2021 e questo, tra l’altro a fronte di una natalità sempre più bassa.

Se ne è accorto anche il quotidiano austriaco DIE PRESSE che ieri titolava L’ESODO DEI TALENTUOSI. Perché se c’è una. Novità rispetto alle migrazioni interne del novecento, che citavo prima, quella è che oggi più che le braccia partono i cervelli.

Il caso citato da Die Presse è quello di Federica Zardo, politologa ormai 38enne residente in una città dell’Italia settentrionale, che nel 2016 vide finalmente accolta una sua domanda di lavoro, ma la mail arrivava da Vienna, dall’Istituto per la Ricerca Europea. Rispose di essere incinta ma per loro non fu un problema e ebbe il tempo di lavorare subito due mesi prima del congedo di maternità trovando – racconta –  molta comprensione fra i colleghi.

Zero conoscenza della lingua tedesca all’inizio, oggi è ancora là. Dice che l’Italia un po’ le manca, che un giorno le piacerebbe tornare, ma non prima che i suoi figli, oggi di sei e quattro anni, diventino grandi. Lì, racconta ancora, la vita sociale è a misura di famiglia.

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Attenzione però a non autoflagellarci. In Italia c’è del bello, e anche tanto. Come spiega un articolo della tedesca WELT che parla dell’abitudine tutta mediterranea, e italiana a ritrovarsi nelle piazze e titola NON SI Può AVERE UN ATTEGGIAMENTO PIU ITALIANO NEI CONFRONTI DELLA VITA

A differenza della Germania, attacca l’articolo, nelle città italiane c’è sempre qualcosa da fare in piazza. Se da noi – cioè da loro – con la chiusura dei negozi, mai dopo lei sei, le strade del centro si vuotano, in Italia le persone passeggiano, stanno insieme, parlano, ridono, sorseggiano un aperitivo.

Il Italia “la” piazza, anche se di piazze e piazzette ce ne sono tante in ogni città e paesino, “la” piazza è quella centrale. E’ lì che si va quando si dice “ci troviamo in piazza” e lì qualcosa da fare c’è sempre fino a tardi con i negozi che, grazie alla pausa del pranzo, sono aperti fino a sera inoltrata.

L’articolo cita poi la vivacità di Trento, una delle prime città che i tedeschi incontrano entrando in Italia, esaltando la meravigliosa piazza Duomo, quel luogo dove dal 1945 si tenne il Concilio di Trento. Un luogo a metà strada tra Roma e la Germania.

L’articolo cita poi altre celeberrime piazze, da piazza Navona, alla piazzetta di Capri

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La aumentata pendenza della torre bolognese della Garisenda sta attirando troupe da tutto il mondo nel capoluogo emiliano. Come la CNN che ha intitolato il proprio servizio CHIUSA PER CEDIMENTO LA TORRE PENDENTE DI BOLOGNA.

Che poi la minore delle due torri simbolo dei bolognesi, l’altra è quella degli Asinelli, come quella di Pisa pende da secoli, praticamente da quando fu costruita. La Garisenda di 4 gradi, uno in meno di quella di Pisa.

Costruita nel dodicesimo secolo, quando Bologna era un po’ la Manhattan del Medioevo con le famiglie che facevano a gara a chi la costruiva più alta, la propria torre, la Garisenda, proprio per la sua pendenza, fu successivamente accorciata a 48 metri. Che fosse già pendente agli inizi del 14esimo secolo è certificato da Dante Alighieri che descrisse la vertigine che si prova guardando il lato pendente.

Venendo all’oggi, il servizio di CNN racconta ai propri spettatori che le strade circostanti sono state bloccate e il sindaco ha commissionato l’installazione di nuovi sensori e l’implementazione del monitoraggio, iniziato già nel 2018, con l’invio di droni che controllano anche dall’alto.