Ristretto Italiano – 7 dicembre 2023

Ristretto Italiano – 7 dicembre 2023

Apriamo con uno sguardo veloce alle notizie di prima pagina in Italia

In prima pagina resta l’addio a Giulia Cecchettin (ieri al cimitero di Saonara, prima della sepoltura, dove ha parlato la sorella) e soprattutto, la notizia politica, di portata anche internazionale, molto attesa che è quella dell’uscita ufficiale dell’Italia dalla Nuova via della seta. Questa la troviamo fra poco anche nel nostro fascicolo. Come Giulia, del resto. Sempre in prima pagina sui giornali di casa ci sono la modalità per l’apertura, questa sera, della Scala di Milano e i nuovi guai per Rudy Guede. L’Ivoriano unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, l’uomo che abbiamo seguito nei vari programmi d’inchiesta per il grande recupero in carcere, dove ha passato tredici anni, uscito di carcere sei mesi fa si è ritrovato col braccialetto elettronico per violenze contro l’ex compagna.

Passiamo ai giornali da Ristretto, la stampa estera, con i funerali di Giulia Cecchettin che anche lì hanno una grande copertura. Ed è singolare, considerando la stampa estera, che di questo femminicidio si sia cominciato a parlare, all’estero, a scoppio ritardato. Quando anche da fuori si è capito che questo non era un femminicidio come le decine di altri; si è capito che probabilmente siamo a un momento di svolta nelle coscienze collettive, come lo fu non troppi decenni fa il caso di Franca Viola.

Apro quindi con l’agenda di stampa statunitense ASSOCIATED PRESS che titola IL PADRE DI UNA DONNA ITALIANA UCCISA SFIDA GLI UOMINI A ESSERE AGENTI DI CAMBIAMENTO CONTRO IL FEMMINICIDIO.

Lui è Gino Cecchettin, per me già Uomo dell’Anno, che parlando alle circa diecimila persone che affollavano la piazza durante la messa per Giulia, ha detto: Il femminicidio deriva da una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle invitando poi le famiglie, la scuola, la società tutta a rompere un ciclo, questo ciclo. E i primi agenti di cambiamento siano gli uomini”

Cose e concetti che noi abbiamo già sentito martedì e che mi chiedo che effetto possano fare sui lettori americani, che effetto possiamo fare noi in questo bel paese dalla cultura così retriva.

Sempre su Gino Cecchettin c’è anche FOX NEWS, che, sotto un titolo praticamente uguale a quello appena citato di Associated Press, ricorda che le donne vittime di femminicidio in Italia sono già circa 120. Non solo: anche se non è facile fare paragoni della presenza dei femminicidio tra i diversi Paesi Europei in quanto le legislazioni sono difficilmente sovrapponibili, l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere ha stimato che la media europea degli omicidi intenzionali di donne fosse del 29 per cento contro un 43,9 per cento in Italia.

L’articolo descrive l’atmosfera a Padova, con i campanelli e le chiavi che suonavano sopra le teste delle persone, e cita anche l’inizio del presidente del Veneto Zaia a portare il discorso del padre Gino nelle scuole.

FINANCIAL TIMES per chiudere su Giulia: L’OMICIDIO STUDENTESCO IN ITALIA INNESCA IL DIBATTITO SUI DIRITTI DELLE DONNE.

Spiega il quotidiano londinese le difficoltà di Giorgia Meloni, che pur essendosi della sconvolta e angosciata da questa vicenda ora se la deve vedere con un elettorato secondo il quale il patriarcato non esiste, è solo uno slogan delle sinistre.

Cecchettin è diventata un caso – è sempre il Financial Times che scrive – in quanto a differenza di tante altre vittime di femminicidio lei rappresentava l’ideale della giovane donna contemporanea: una di noi, una donna giovane, brillante, istruita, praticamente laureata

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Resto al Financial Times, che tra parentesi è uno dei più autorevoli quotidiani al mondo, per parlare del ritiro formale dell’Italia dalla Belt and Road Iniziative cinese, quella che noi chiamiamo la Nuova via della Seta.

Finiscono così mesi di speculazioni su un accordo del 2019 che aveva creato problemi seri con i partner occidentali. Accordo che se non fosse stato disdettato entro la fine dell’anno si sarebbe automaticamente rinnovato per altri cinque anni.

La decisione di Roma, del 2019, sotto il governo Conte-Salvini, di aderire all’ambizioso programma cinese aveva sgomentato i nostri alleati occidentali; siamo stati l’unica delle principali economie del G7 a farne parte. Il governo Conte Uno aveva decisamente sottovalutato la portata e le conseguenze. A questo punto l’esperienza è chiusa anche se non sono da escludere ripercussioni di qualche tipo sulle nostre aziende che intanto erano entrate in partnership con i cinesi

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Che cosa succede negli ospedali italiani. Sullo sciopero nella sanità EURONEWS titola EROI DIMENTICATI: CENTINAIA DI INFERMIERI E MEDICI ITALIANI SCIOPERANO PER LE CONDIZIONI DI LAVORO

Spiega il servizio che la partecipazione, valutata nell’80 per cento, è stata talmente imponente da sorprendere gli stessi organizzatori che, con la manifestazione, chiedono maggiori investimenti pubblici, un miglioramento dei contratti di lavoro, che le pensioni non vengano tagliate e di rendere la professione più attraente per i giovani che oggi, appena possono, se trovano vanno all’estero.

Euronews spiega che il Sistema Sanitario Nazionale, che resta tuttavia uno dei più quotati al mondo, è uno dei principali asset del Paese; nonostante ciò molti medici non vedono futuro. E sciopero nei giorni in cui il Parlamento discute la nuova legge di Bilancio dove chiedono di essere rappresentati per il peso che meritano.

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Chiudiamo con un elogio al ragù. Oh Yes…

Arriva dall’americana START TRIBUNE che titola IL CLASSICO RAGU DI MAIALE PUO ANCHE DIVENTARE IL MIGLIOR PANINO ITALIANO DEL MONDO

Fermi tutti. Andiamo a leggere, Perché io di panini al ragù non ne ho mai visti. Oh my God.

Allora l’articolo parte da un concetto di base che, anche se noi italiani quando parliamo di ragù intendiamo la celeberrima salsa bolognese (all’estero lo chiamano così) non tutti i ragù sono bolognesi e non tutti i ragù sono una trita di carni miste sobbollite a lungo con verdure, pomodoro, latte e vini.

Ecco per esempio il brasato di maiale che poi alla fine, se vai a leggere, è il pulled park che ormai si comincia a far largo anche da noi: maiale, solo maiale, cotto per ore e ore fino allo sfaldamento totale. E, forse appunto non riuscendo a distinguere bene fra il nostro e quello del resto del mondo dimenticano, o non sanno, che noi oltre che sulle pappardelle al massimo lo mettiamo sulla polenta. E loro lo infilano dentro i panini. Che poi uno suo perché magari pure ce l’ha.