
08 Ott Russia vs/ Traini e Battistini. Putin minaccia la stampa estera
Mandato d’arresto russo contro gli inviati della RAI Simone Traini, cameraman e Stefania Battistini, giornalista per essersi intromessi illegalmente in territorio russo, per un servizio per il TG1, il 6 agosto scorso. Confine per modo di dire, quello attraversato, in quanto entrando dall’Ucraina si erano recati per alcune riprese nella cittadina di frontiera contesa di Sudzha.
Un’intimidazione nei confronti della libera informazione, quella che rifiuta di essere embedded, cioè guidata da una delle parti in conflitto; e un azzoppamento reale di questi due inviati che ora saranno fortemente limitati nei loro spostamenti fuori dai nostri confini.
Molte le testate che ne scrivono. Cominciamo dallo statunitense Barron’s che titola “L’Italia critica il mandato russo per i suoi giornalisti”. Riferisce la testata newyorchese che il nostro ministro degli esteri, Tajani, ha condannato il provvedimento come persecuzione. Tajani che inoltre ha sottolineato come all’epoca dell’attraversamento della frontiera, Sudzha fosse sotto il controllo ucraino. Il governo italiano difenderà sempre il diritto all’informazione indipendente, ha aggiunto il capo della nostra diplomazia, che è anche vicepremier.
Spiega la testata americana che Mosca ha avviato diversi procedimenti contro i giornalisti occidentali che hanno prodotto reportage dalla regione di Kursk dopo l’incursione a sorpresa di Kiev in agosto. Kursk il cui tribunale lunedì sera ha ordinato che i nostri due connazionali siano trattenuti in custodia cautelare in territorio russo dal momento in cui saranno estradati. Cosa piuttosto improbabile, l’estradizione, dato lo stato delle relazioni fra Italia e Mosca.
Stessa notizia su cui Euronews titola “Due mandati d’arresto per i giornalisti RAI scatenano l’indignazione in Italia per la libertà di stampa”. E, più di Barron’s, Euronews spiega che è lunga la lista dei corrispondenti occidentali rei di avere documentato quella breve avanzata dell’Ucraina ai danni della Russia, cosa della quale la stampa russa non può in nessun modo parlare.
La repressione dei media stranieri da parte del Cremlino – scrive ancora Euronews – è vista da molti come un tentativo di controllare la narrazione e di sopprimere il controllo internazionale sulle sue azioni.
Argomento che chiudiamo con la rete araba Al Arabiya News e il suo titolo “L’Italia condanna il mandato di cattura russo per i suoi giornalisti”. Articolo che, rispetto agli altri già citati, dopo le parole di Tajani a difesa dei due inviati RAI, riferisce che il governo di estrema destra della premier Giorgia Meloni ha sostenuto fermamente la lotta dell’Ucraina contro la Russia inviando aiuti e armi, ebbe queste siano limitate all’uso interno del territorio ucraino.
Ora il breve sommario delle altre notiziew trattate nel podcast di oggi.
Riguardo un altro fronte di guerra, quella Israelo-palestinese, c’è un’altra notizia che in un qualche modo ci riguarda e che ritroviamo oggi su diversi siti internazionali. Come quello del Washington Post che titola “Il murales deturpato di un sopravvissuto del 7 ottobre è un altro esempio del crescente antisemitismo in Italia”
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Ora le cose della politica che travalicano i confini italiani. Qui è Bloomberg a dedicare un lungo articolo alla “Famiglia Berlusconi che si intromette nella politica e si scontro con la coalizione della Meloni”
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Chiudiamo il capitolo politica e Meloni con il britannico Times – nientemeno – che titola “Giorgia Meloni abbandona la causa contro il professore che la definì nazista”.
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Buona notizia a chiudere. Ce la dà l’agenzia centroamericana Prensa Latina sotto il titolo “Italia all’avanguardia in Europa nelle donazioni di organi”
Buon ascolto, buona giornata e arrisentirci a domani