Satman Singh non è morto inutilmente

Satman Singh non è morto inutilmente

Come ampiamente previsto nei giorni scorsi il caso Singh, il bracciante indiano barbaramente lasciato morire nelle campagne di Latina, fa il giro del mondo.

In Brasile ne scrive il popolare settimane Istoe che titola “Migliaia di persone protestano in Italia contro la morte degli immigrati”

Un articolo nel quale si spiega che la leader del PD, Schlein, ha promesso un’azione per risolvere il problema cronico dello sfruttamento nei campi. Faremo, faremo, faremo. Senza considerare che la legge contro il caporalato, proprio del PD, risale al 2016 e basterebbe applicarla.

Stesso argomento per l’agenzia di stampa serba Novosti che titola “Gli invisibili muoiono sotto il calore del sole. La terribile storia degli irregolari in Italia dove le donne subiscono anche sfruttamento sessuale”

Due euro e mezzo – tre all’ora, nove, dodici anche quattordici ore al giorno sotto questo sole, ricchi diventano solo gli intermediari, i caporali.

240mila gli illegali, centomila dei quali totalmente nell’ombra, non registrati da nessuna parte. Durante un processo un medico ha ammesso di aver dato oppio ai lavoratori per aiutarli a resistere senza svenire. E a nulla servono multe e sanzioni quando vengono scoperti; pagano e continuano.

E le donne, circa 55mila, sono pagate il 20 per cento in meno rispetto agli uomini e regolarmente molestate.  Tutto questo anche a meno di cento km da Roma.

Su Singh torna anche, come quasi ogni giorno, la Franfurter Allgemeine: “Una morte con conseguenze: “sfruttamento dei più deboli”

E poi Politico: “Il ministro del lavoro italiano promette di intensificare la lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori migranti”.

“Grazie all’incrocio dei dati potremo mappare ciò che accade nei campi e intervenire” afferma la ministra del lavoro incurante del fatto che, come tutti sanno, nessuno è registrato e i dati scarseggiano. Dite anche a lei che, volendo, una legge purtroppo ancora nuova c’è e la fece la sua predecessora Teresa Bellanova dalla stessa scrivania che oggi occupa lei.

 

Altra questione che pochi italiani conoscono viene da Seul. La notizia è dell’agenzia di stampa coreana Yonhap col titolo “Installata in Italia una statua in ricordo delle donne conforto”

Le donne conforto erano le migliaia di schiave sessuali rapite dai giapponesi, nei Paesi occupati, durante i decenni dell’impero coloniale. Molte erano coreane.

Qualche altro titolo. Le Monde, Parigi: “Il fantasma di un’unità militare fascista torna a tormentare l’Italia”.

Turismo. The Telegraph, Londra: “Trieste, la città dimenticata sulla via del ritorno alla grandezza”. Un servizio sulla rinascita turistica di Trieste dopo che nel suo porto sono state sloggiate le grandi navi da crociera da Venezia.

Il giornale della Vela: “Honolulu sto arrivando! A 81 anni, in solitaria, dall’Italia alle Hawaii”. La storia di Sergio Mitrotti in procinto di salpare da Crotone.

Business Insider: “Sono un’americana che vive in Italia e manda i suoi figli al campo scuola qui a Martina Franca. E’ molto più economico e qui i bambini mangiano pasti appena cucinati”.

Per finire. Buenos Aires, Infobae: “Voleva risparmiare sul volo ed è finita persa in una cittadina italiana”

Niente di grave. Solo una storia che ci strapperà un sorriso.  A domani