Sequestrati da Taxi. Ma i politici abbassano la testa.

Sequestrati da Taxi. Ma i politici abbassano la testa.

L’Italia è il Paese dove a fare la fila sono i passeggeri e non i taxi.

Si: il problema non sono i taxi di Roma, non i taxi di Milano o di Napoli perché ormai il problema dei Taxi, in Italia, è nazionale e lo sanno tutti. Come il celebre sito inglese UnHeard che, senza giri di parole, titola “I tassisti italiani corrompono l’Italia. I politici non possono resistere all’economia dei cartelli di categoria”

Racconta l’inviato Tobias Jones, residente a Parma, di avere recentemente incontrato, in stazione a Parma appunto, una coppia di anziani ottantenni inglesi. Un viaggio durato un giorno interno: tre ore d’auto, più due ore di volo , poi altre tre ore di treno e quando finalmente sono a Parma non ci sono taxi in stazione per gli ultimi tre chilometri di percorso;  le corse dei bus sono terminate. Racconta Jones di essersi unito a loro e di avere aspettato oltre un’ora per potere salire su un’auto bianca che arrivava ogni dieci minuti.

In tutto l’Abruzzo, che conta quasi un milione e trecentomila abitanti, i taxi con licenza sono 97. A Roma ce ne sono 28,5 ogni 10.000 residenti. A Londra 106. E la ragione, spiega il nostro Tobias Jones, sta nel rifiuto di rilasciare nuove licenze. A Genova il consiglio comunale ha rilasciato l’ultima nel 1980, 44 anni fa. A Livorno nel 1977 e a Napoli, nonostante l’esplosione del turismo, non ne sono state concesse di nuove dal 1997. Tutto il ricambio degli autisti si basa sulla compravendita di questo patrimonio personale – la licenza – che ad oggi è stimato sui 250mila euro; chiaramente è un valore che diminuisce se aumenti il numero degli autorizzati.

Ancora cifre. Fuori da ogni stazione ferroviaria di una grande città ci sono code mediamente di 50 metri. Secondo l’AGCM nel giugno dello scorso anno il 46 per cento delle chiamate al servizio taxi restavano senza risposta; poca differenza con Milano dove le chiamate senza risposta erano il 42 per cento. A Roma il 49. Questo è il biglietto da visita che offriamo ai turisti stranieri non appena sbarcano in Italia. Aggiungendo poi, sempre riguardo il biglietto da visita, che nonostante la legge italiana, il 18 per cento dei tassisti rifiuta i pagamenti elettronici, cifra che sale al 30 per cento a Napoli e al 40 per cento a Bari. Altrimenti come farebbero a dichiarare 12.800 euro di reddito a Roma, 9.500 a Palermo e 6.200 a Napoli?

Racconta poi il servizio di UnHeard che nell’agosto del 2022 due turisti che si erano intignati sul pagamento con carta si sono visti distruggere i souvenir che portavano in uno shopper appoggiato sul sedile. E racconta dell’ormai per noi celebre Roberto Mantovani, il tassista bolognese che dopo avere reso pubblico il suo reddito – tra i 5000 e i 9000 euro al mese – si è trovato tutte le gomme tagliate e da allora non vive più.

E la politica che fa? La politica, tutta, abbassa la testa di fronte a questo esercito in grado di bloccare le strade e di conseguenza le città. I tassisti, in Italia, sono gli ultimi intoccabili, la categoria che ha una supremazia assoluta su tutti gli altri lavoratori.

 

Non ci resta che sognare il tassì volante… Che poi è quasi realtà! Scrive “Il giornale”, un foglio olandese, scritto in olandese, ma che si chiama all’italiana Il Giornale Italie Krant del “Drone taxi dall’aeroporto al centro di Roma

Ascoltate il podcast e sognate con noi…

Oggi è sabato, lasciamo da parte la politica, parliamo di cinema e di turismo.

Di cinema tornando immancabilmente a parlare di C’è Ancora Domani visto che sul tedesco Tages Spiegel ho trovato una intervista molto bella a Paola Cortellesi. Il film in Germania esce in questi giorni.

Titolo: “Parla la star italiana Paola Cortellesi: l’abuso di potere maschile in Italia è ancora profondamente radicato

Attenzione! Dal 25 aprile scatta il biglietto per entrare a Venezia. Ne parla Life, dalla Turchia, titolo “Attenti turisti a Venezia: ingresso a partire da 5 euro”, ma voglio prendere l’articolo del Berliner Morgenpost, più dettagliato, dal titolo “Causa sovraffollamento gli ingressi giornalieri a Venezia diventano a pagamento”

Chiudiamo con The Business Insider, che, in un articolo affidato a un expat che vive in Italia da una decina di anni, presenta una lista di destinazioni di viaggio in Italia meno conosciute ma meritevoli di attenzione.

Una curiosità prima di lasciarvi. Uno di questi, che immagino e soprattutto spero seguirete con la stessa attenzione degli altri, l’ho fatto scrivere all’intelligenza artificiale. Ho girato a Chat GPT il link dell’articolo in lingua originale, gli ho detto “leggilo e fammi un sunto in italiano di una quindicina di righe”. E ne è uscito ciò che , immagino senza accorgervene, avete sentito. Provate a indovinare qual è e mandatemi la risposta a ristretto.italiano@ruggeropo.it.

L’ho fatto solo per gioco, questo Ristretto continuerà a essere solo farina del  sacco di questa redazione, ma volevo dirvelo, perchè a me tutta sta cosa affascina e fa tanta paura al tempo stesso.

Buon week end da Ruggero Po