28 Feb Spose bambine. Una realtà sempre più anche italiana.
“In Italia sta aumentando il numero dei matrimoni forzati, un’emergenza crescente che alimenta il dibattito sulla mancata prevenzione” Il titolo è di Radio France Internationale a riprova che di tanti mutamenti sociali che ci riguardano si parla più all’estero che da noi, con i grandi quotidiani sempre più avviluppati sulla politica.
Scrive, la redazione parigina, che nonostante una legge del 2019 includa questa pratica nel quadro delle violenze sulle donne, il fenomeno è particolarmente presente nelle città del Nord dove sono presenti numerose comunità pakistane, bengalesi e indiane. Quella di Saman Abbas, per esempio, è purtroppo solo la punta di un iceberg che sotto il pelo dell’acqua sta ingigantendosi di giorni in giorno. Saman è la ragazza di Novellara, in Emilia, uccisa dai genitori perché non ne voleva sapere di ritornare in Pakistan a sposare un uomo già scelto per lei.
Secondo le stime di Action Aid, circa duemila adolescenti o giovani donne residenti in Italia rischiano di essere, o sono, vittime di matrimoni combinati. Un dato che va preso con le pinze proprio per il carattere di clandestinità del reato, ma che è corretto ritenere molto vicino ai numeri reali. Forse addirittura sottostimato.
Una legge sulla tutela delle vittime, come dicevamo e come sottolinea Radio France Internationale, c’è già da cinque anni; è il cosiddetto codice rosso che prevede fino a sette anni di reclusione per chiunque, italiano o straniero, commetta il reato sul nostro territorio.
Una legge – chiude il servizio – che purtroppo non sembra più una priorità quando basterebbe una rete efficiente di protezione coinvolgendo scuole, centri antiviolenza, forze dell’ordine. Le scuole per prime sono i luoghi dove le ragazze possono lanciare i loro SOS.
E anche un disegno di legge che nell’aprile del 2022, epoca Draghi, fu presentato alla Camera per proteggere le ragazze che denunciano di essere in procinto di subire un matrimonio forato, col nuovo corso è finito insabbiato sui fondali dei cassetti di qualche commissione.
Gennaro Sangiuliano, ministro della cultura del governo Meloni, di nuovo in rotta di collisione con artisti e intellettuali. Come titola The Independent da Londra: “Lettera aperta sollecita la Mostra d’Arte della Biennale di Venezia a escludere Israele. Il Ministro della Cultura respinge” Di che cosa si tratta vi lasciamo il piacere di scoprirlo nell’ascolto del podcast tramite il link a fine pagina.
“L’Italia sospende il generale dell’esercito per avere denigrato le minoranze” titola, sempre da Londra, Reuters parlando del generale Vannacci e del contenuto del suo best seller dell’estate scorsa “Il mondo al contrario”.
E “Per la prima volta un tribunale italiano sospende il blocco delle navi umanitarie”. Lo scrive ND-Aktuell dalla Germania. Dopo diciassette sequestri seguiti al decreto dello scorso anno contro i salvataggi in mare, finalmente un giudice ha riscontrato che il ricorso dei soccorritori contro l’arresto contiene valide argomentazione.
Message in a bottle. “Un messaggio in bottiglia promuove una nuova amicizia fra Italia e Baleari”. Il titolo è di Euronews e di Italia, all’estero, si scrive anche se una bottiglia contenente il classico messaggio è stata sospinta dalle correnti su una spiaggia italiana.
Buon ascolto