Storia di un bambino coraggioso

Storia di un bambino coraggioso

Apertura del nostro podcast dedicata oggi alla toccante storia di Oumar, il bambino di otto anni partito dal Mali quattro mesi fa, dopo un attacco jihadista al suo villaggio, e finalmente arrivato in Italia la settimana scorsa dopo avere percorso a piedi più di 5.000 km.

La storia la racconta il Daily Mail, da Londra. Ricordate il naufragio al largo della Libia di una decina di giorni fa? i migranti alla deriva per giorni, i sessanta morti, la nave umanitaria che li raccolte e la perfida assegnazione del lontano porto di Ancona… Oumar era fra questi. E la sua storia, degna di un racconto ottocentesco, è stata ricostruita proprio da quegli operatori umanitari.

Tutto cominciò, racconta il Mail, quattro mesi fa nel piccolo villaggio di Tambaga, Mali Occidentale. Nella fuga, tutta a piedi, Oumar perse subito i contatti con la famiglia. Anziché tornare a casa proseguì attraversando il Sahara a piedi unendosi a gruppi successivi di profughi. Una volta in Libia fu catturato da una banda e obbligato a fare il saldatore e il verniciatore; in pochi giorni riuscì a liberarsi. Continuò il viaggio, riuscì a salire su un gommone ma quel gommone fu catturato e Oumar finì nell’inferno di un carcere periferico di Tripoli.

Anche da lì fu aiutato a fuggire, di notte, nascosto da due adulti in un bidone della spazzatura; riuscì ad arrivare a Zawyia e da lì ripartire sul gommone finito poi alla deriva, per giorni, fino a che è stato salvato dalla scialuppa dell’Ocean Viking. E da lì è arrivato a Ancora lunedì scorso. Quando si dice la resilienza dei bambini.

Fortemente provato da disidratazione, fame e ipotermia, Oumar è stato rimesso in piedi nella struttura di accoglienza dove, comunicando agli operatori il numero di telefono del padre che ricordava a memoria, è riuscito a mettersi in contatto con la sua famiglia. E la prima cosa che ha chiesto al padre è stato il permesso di potere andare a scuola.

L’articolo inglese conclude raccontando che una volta curate le cicatrici che porta sul corpo e ricomposta una frattura al tallone potrà entrare in una scuola di Ancona assieme ad altri bambini migranti.

 

Per quanto riguarda le altre notizie del podcast di oggi, visto che stiamo parlando di storie umane, storie umane a lieto fine, ci spostiamo sull’edizione francese di Euronews per riprendere la storia di Arnaldo, l’anziano che per nove mesi ha vissuto dentro l’aeroporto di Bologna.

Storia purtroppo meno a lieto fine invece per il ragazzo torinese aggredito da un coetaneo a colpi di machete su una gamba.

La ricostruzione la affidiamo alla tedesca Frankfurter Randschau che titola “Attacco con machete in Italia: gli autori hanno colpito ripetutamente la vittima nonostante le suppliche”

Ristretto Italiano senza politica. Oggi è sabato e continuiamo a dilettarci di cronaca.

Una vicenda che ha divertito parecchio la stampa d’oltreconfine è la vicenda del divano recapitato allo zotico che di notte lo aveva lasciato in un campo.

Torniamo all’inglese Daily Mail – loro con queste cose ci vanno a nozze – che titola “Come l’Italia si serve dei cassonetti ribaltabili della nettezza urbana”

Chiudiamo con la marcia trionfale di Paola Cortellesi prossima allo sbarco con C’è Domani anche nei cinema britannici.

Qui è Variety, la storica e prestigiosa rivista holliwoodiana, a titolare “In uscita nel Regno Unito il grande successo italiano che ha battuto Barbie”

 

Buon ascolto della puntata di oggi di Ristretto Italiano