19 Apr Taxi del mare. In niente le accuse per la nave umanitaria Iuventa.
E’ stata accolta con comprensibile soddisfazione, ieri, da molte organizzazioni solidali, la notizia del proscioglimento di tutti gli indagati del cosiddetto Caso Iuventa”, ovvero l’indagine avviata sette anni fa contro tre equipaggi delle ONG accusati di essere in combutta con gli scafisti e fare i tassì del mare. Erano accusati, praticamente, di aspettare gli scafisti in mezza al mare, di trasbordare sulle loro navi di salvataggi i migranti e di avere qwualche vantaggio. Tutti prosciolti. Un processo che non si farà.
Sud Info, dal Belgio, titola “In Italia i membri di una ONG umanitaria ottengono giustizia settenni dopo il salvataggio dei migranti”
E dalla Germania Evangelish “Archiviato il procedimento contro i soccorritori in mare della Iuventa in Italia”. Il giudice per le indagini preliminari di Trapani, come richiesto dal pubblico ministero, ha deciso che queste 24 persone, che per sette anni sono state indagate con l’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, non hanno commesso alcun reato. Il fatto non sussiste.
Un’indagine, partita da una serie di filmati e fotografie di Polizia e Guardia Costiera, che secondo la pubblica accusa non sarebbe nemmeno dovuta cominciare. E ora, sotto accusa, potrebbero finire gli stessi Guardia Costiera e Sco che si sarebbero lasciati influenzare da alcuni agenti di un servizio di sicurezza privato, finiti come infiltrati a bordo di alcune di queste navi delle ONG. Furono loro a far credere agli investigatori che quelli in realtà erano taxi del mare nascondendo, peraltro, alcune circostanze che avrebbero potuto smontare tutto il palco dell’accusa. Poi si è scoperto che alcuni di questi ‘infiltrati’ erano, in realtà, ex agenti cacciati dalla Polizia e che due di loro avevano anche contattato Salvini col tentativo di avere posti di lavoro screditando le ONG. Una storia di contractors infedeli.
Riguardo il sommario delle altre notizie, si continua, per il terzo giorno, a commentare l’involuzione del nostro governo sulle garanzie alle donne che vogliono abortire. Questione che forse Palazzo Chigi cercava di fare passare sotto silenzio, con l’emendamento infilato in un decreto generico sui fondi del PNRR, ma che è deflagrata in tutto il mondo con i commenti delle maggiori testate.
Le Monde, per esempio, che da Parigi titola “In Italia l’estrema destra apre la strada alla lotta all’aborto negli ospedali”
La BBC sottolinea come la stessa questione abbia provocato una mezza crisi diplomatica tra Italia e Spagna dopo una aperta critica della ministra spagnola delle pari opportunità. Titolo “Spagna e Italia si scontrano sulla legge dell’aborto”.
Ma non tutta critica e progressista, la Spagna, comunque se un quotidiano come El Debate [testata dei cattolici di destra] titola “L’Italia assesta un duro colpo all’aborto. Capisco che dia fastidio alla sinistra e alle sue bieche politiche di morte”
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Argomento chiuso. Sinceramente qui a Ristretto Italiano non ci aspettavamo, mercoledì scorso, che la notizia avrebbe avuto una tale eco internazionale. Ci sembra che se ne scriva di più di quanto si faccia sugli stessi nostri giornali nazionali.
Parlando d’altro. Enrico Letta e Mario Draghi, due nostri ex primi ministri sono protagonisti in questi giorni sulla scena europea con i rapporti che sono stati loro chiesti da Bruxelles sull’economia dell’Unione.
Su Letta scrive Politico titola “Rendere il mercato unico sexy, esorta l’ex primo ministro italiano ai leader europei”
Su Draghi è invece Euronews a titolare “L’italiano Mario Draghi chiede un cambiamento radicale in Europa”.
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Scendendo alla cronaca più terra terra. Il divieto di arrampicarsi sugli alberi dei giardini pubblici di Treviso arriva sul Guardian.
Articolo che illustra la singolare decisione della giunta di Oderzo (multe tra i 25 e i 500 euro per i trasgressori); delibera che comprende punizioni anche per si si mette sulle panchine per il lungo.
Ruggero Po vi spiega tutto nell’episodio linkato di seguito. Buon ascolto e buon week end. A lunedì.