Torino e la ‘sua’ Fiat che la trascina nel declino

Torino e la ‘sua’ Fiat che la trascina nel declino

 

L’Italia affronta i guai di Mamma Fiat mentre Torino lotta contro il declino. Persi 60mila posti di lavoro in 40 anni. E a Mirafiori i giorni di cassa integrazione superano, ormai, quelli di apertura.

Guai fiscali in vista per Pfizer Italia. Bloomberg rivela che la la guardia di finanza indaga su fondi trasferiti negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi.

Abolizione del numero chiuso a Medicina. Un problema anche per la Germania che pensa di seguire il nostro esempio.

Riabilitate il mio nome. La lotta di Daniela Poggiali, l’infermiera di Lugo un tempo soprannominata Angelo Della Morte, oggi assolta da tutto dopo l’ergastolo del 2016.

Storia di Tony e Francine, insegnanti newyorchesi in pensione venuti a vivere in Italia. “Con i soldi che spendiamo per vivere in Calabria non ci pagavamo nemmeno il mutuo”

 

 

Per la Fiat siamo ormai all’elogio funebre, almeno stando al titolo del Financial Times: “L’Italia affronta i guai di Mamma Fiat – una dolorosa transizione verso i veicoli elettrici per il marchio di proprietà Stellantis ha scosso la sua città natale, Torino, e ha scatenato un aspro battibecco con Roma”

L’articolo del quotidiano finanziario inglese attacca con la storia di Gianluca Rindone, entrato a 21 anni come carrozziere alla Maserati sulla scia dell’esperienza del padre che era salito dalla Sicilia alla Mirafiori degli anni settanta.

Pensava che sarebbe stato il lavoro della vita, di essersi sistemato, ma ecco che dopo appena 25 anni, a soli 48 anni di età si trova in congedo forzato, vittima della decisione di Stellantis di sospendere per un anno la produzione nel suo stabilimento di Torino. E con due figli, di 15 e 8 anni, il mutuo lo paga la pensione di papà.

La crisi dell’industria automobilistica, con i suoi 14 milioni di posti di lavoro in Europa, sta affrontando una crisi esistenziale, schiacciata come è  tra i costi crescenti per lo sviluppo di veicoli più puliti, come vuole l’Europa, e la concorrenza con i modelli più economici dei rivali cinesi.

Stellantis, che oltre a Fiat possiede Peugeot, Citroen e Jeep, il mese scorso ha lanciato un allarme sul margine sempre più ristretto dei suoi profitti – “così non ci stiamo più nemmeno noi “- mentre la più grande casa automobilistica del continente, la Volkswagen, sta valutando per la prima volta nella sua storia la possibilità di chiudere i suoi stabilimenti in Germania.

Tornando a Torino la produzione della 500 elettrica, nello storico stabilimento di Mirafiori, è stata da poco sospesa  per la mancanza di domanda. Una crisi che naturalmente rappresenta una grana in più per la nostra prima ministra nella sua battaglia per rilanciare la crescita economica.

L’industria automobilistica italiana – prosegue il Financial Times – impiega circa 250mila addetti e rappresenta oltre il 5 per cento del PIL; ma dal 2018 la produzione totale di auto in Italia si è dimezzata arrivando a 500mila veicoli.

E di “Torino che lotta per evitare il declino mentre la Fiat si blocca” ha scritto, sempre sa Londra, anche Reuters.

Scrive la storica agenzia di stampa britannica che la città italiana di Torino, sede della fabbrica automobilistica più antica d’Europa, è uno degli esempi più tipici di decadimento industriale che anche altre parti dell’Unione devono affrontare.

E a  Torino se c’è una parola tabù questa è declino.

 

 

In sintesi le altre notizie che trovate integralmente nell’ascolto del podcast, come quella di Reuters su Torino, del resto.

Ancora economia. Il quotidiano finanziario belga De Tijd, scrive dell’ “L’Italia sta indagando sul presunto dirottamento dei profitti da parte del colosso farmaceutico Pfizer”

Sanità italiana allo sfascio. Ne parlano anche all’estero, come in Germania dove Merkur titola “La mancanza di medici costringe l’Italia a intraprendere riforme radicali”.

A “Daniela Poggiali, l’infermiera che per tutti diventò una strega, e che ora lotta per riabilitare il proprio nome” dedica un articolo l’inglese The Guardian.

Vi lasciamo con la storia dei “Due insegnanti newyorchesi in pensione che, trasferitisi in Calabria riescono a spendere 3mila dollari in meno al mese” La racconta il Mercury News, storico giornale californiano vincitore in passato anche di un Pulitzer.

Buon ascolto e appuntamento a domani