Traduttori o traditori? Contro il doppiaggio italiano

Traduttori o traditori? Contro il doppiaggio italiano

“Le delusioni del doppiaggio italiano”.

Ristretto Italiano apre con l’articolo che un giornalista inglese che da molti anni vive a Parma ha scritto per il sito britannico culturale Engelsberg Ideas. 

L’amato settore del doppiaggio italiano – scrive Jones – strana fonte di orgoglio nazionale, rende più difficile per molti italiani padroneggiare la lingua inglese. E a un forestiero appare un po’ bizzarro che, dopo il cibo e il calcio, la cosa di cui gli italiani vanno più fieri sia la loro capacità di doppiare film e serie TV. Con quel buffo ritornello del “noi abbiamo i doppiatori migliori del mondo”, quando sono cinque in tutto il mondo i Paesi che appiccicano un audio nazionale ai film esteri.

Il doppiaggio – continua lo scrittore inglese – produce una TV orribile. Sui canali terrestri tutti i film e le serie sono doppiati con la conseguenza di dialoghi  piatti e metallici. La differenza da un prodotto in cui la voce è quella reale degli attori è abissale.

E questo bizzarro mito del doppiaggio  ci dice quanto gli italiani amino il suono della propria voce, adulino il timbro del doppiatore, la sua interpretazione stilizzata e il suo ritmo impeccabile. L’oralità in Italia influisce sui risultati scolastici arrivando a valere tanto quanto una risposta scritta alle domande d’esame.

E poi, a proposito della scuola – continua Tobias Jones, che oltre che il giornalista free lance per le maggiori testate britanniche fa anche l’insegnante di inglese – il doppiaggio a tappeto significa che l’apprendimento delle lingue straniere è sorprendentemente basso. Gli studenti che lasciano la scuola non riescono a sostenere una conversazione elementare in inglese nonostante 12 anni trascorsi sui banchi.

Lavoro molto con adolescenti esclusi dalle scuole tradizionali di Parma  — conclude l’autore – e ciò che mi incuriosisce è che questi ragazzi ripetutamente bocciati a scuola hanno un inglese parlato di molto superiore a quello dei loro coetanei nei licei prestigiosi. E quando chiedo a loro come fanno a parlare un inglese così buono sono quasi imbarazzati: oltre a passare il tempo con ragazzi immigrati dall’Africa che parlano inglese basico e di strada, il loro principale percorso di apprendimento è stato molto semplice: trangugiare centinaia di ore di Netflix in lingua originale.

In conclusione il doppiaggio che deifica le voci italiane resta una cultura ottusa e provinciale.

Passando agli altri servizi recensiti in questo podcast, e dei quali vi indichiamo solo i titoli, citiamo un servizio video del canale in lingua spagnola di Euronews sul “Progetto di inserimento dell’intelligenza artificiale nelle scuole superiori italiane”

 

Sempre Euronews, questa volta nell canale in lingua inglese,  si chiede “Che cosa potrebbe significare l’alleanza Meloni Elon Musk per l’Unione Europea”

 

E ancora  su Meloni – Musk la stampa, anche la più autorevole, continua a chiedersi se fra loro ci sia del tenero…

Come l’austera, austerissima Reuters che titola “Elon Musk afferma di non avere una relazione con l’Italiana Meloni dopo gli elogi reciproci al gala”.

O Sky News  “Elon Musk nega la relazione sentimentale con la premier italiana”. Quel “è ancora più bella dentro che fuori” sembra avere diffuso tanti cuoricini nell’aria.

La pacchia è finita. C’è agitazione in Germania alla notizia che le migliaia e migliaia di multe destinate agli automobilisti tedeschi stanno per uscire dai cassetti dei comandi di polizia locale. Al punto che BR24, testata alla news, titola “Multe stradali dall’Italia: pagarle o no?”

Ancora dalla Germania. Arrivano le telecamere nelle Valli Alpine per cercare di frenare il vandalismo dei turisti. Lo scrive il tedesco Nord Bayern.

 

Buon ascolto a tutti. Noi ci ritroviamo lunedì.