20 Mar UN VACCINO CONTRO LA STUPIDITA’. PER FAVORE.
Morbillo: mortale un caso su tremila. Già novecento le segnalazioni in Italia nel 2017. Furono settecento in tutto il 2016. E non demorde la controinformazione antivaccinista.
Sono l’incubo di ogni mamma. Quando al terzo mese di vita arriva la chiamata per tetano, difterite e pertosse cominciano le angosce. Tutto questo “grazie” a quel primo studio-bufala di Andrew Wakefield, il medico inglese, poi radiato, che mise in correlazione la trivalente all’autismo. E a nulla serve che il lavoro di Wakefield sia stato presto smascherato come frode a vantaggio di interessi privati di vario genere: mamma va in rete, digita “vaccino” e “autismo”, trova qualche cosa di cui non è in grado di verificare l’autenticità e nel dubbio rinuncia.
In Italia il numero dei neonati vaccinati sta pericolosamente franando ben sotto quel famoso 95 per cento considerato la soglia minima per garantire l’effetto gregge. Nel senso che se oltre nove bambini su dieci vengono immunizzati il decimo può considerarsi anch’egli protetto. E che noi non possiamo decidere che il decimo sia nostro figlio in quanto quella posizione è tutt’altro che un privilegio, spetta ai bambini gravemente malati. Quelli che, davvero, il vaccino non lo possono fare.
In alcune regioni, come Lombardia, Piemonte, Toscana e Lazio ci sono Asl nelle quali la percentuale si avvicina all’85 per cento e, non a caso, è proprio in quei distretti che il morbillo è tornato con prepotenza. Considerato erroneamente una malattia esentematica che tutti abbiamo avuto, e che non ammazza nessuno, il morbillo quest’anno ha già raggiunto i 900 casi nei primi due mesi contro i 700 di tutto il 2016. E le conseguenze del morbillo, come ci spiega la presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Roberta Siliquini, che potete ascoltare nell’audiointervista allegata, sono drammatiche in un caso su millecinquecento, mortali in uno su tremila. Per gli adulti va anche peggio.
In Romania, il Paese più colpito in Europa, i casi sono già tremila, i morti 17. In Romania il sistema di prevenzione ha delle grosse fragilità. In Italia, dove ogni Regione può muoversi in autonomia, la sorveglianza è a macchia di leopardo. Come dimostrano i dati citati.
Ascolta l’intervista a Roberta Siliquini, presidente del Consiglio Superiore di Sanità
Vaccini. tutte le bugie che ci hanno raccontato.